Il duo pianistico Giambello-Cardillo
al Centro Magma di Catania
Promosso dal Centro culturale e teatrale Magma sotto la direzione artistica di Salvo Nicotra, per la rassegna “Suoni nel tempo di Natale” dell'attività concertistica “Fuorischema 2018”, si è svolto il 5 gennaio a Palazzo della Cultura l'apprezzatissimo concerto del duo pianistico Alberto Maria Giambello-Tania Cardillo, inserito nel calendario “Natale in città”. Entrambi siciliani, docenti l'uno di Pratica e lettura pianistica al Conservatorio “Corelli” di Messina, l'altra di Pianoforte presso l'Istituto comprensivo “XX Settembre” di Catania, gli artisti sono stati accolti da una gremita e attenta Sala-Teatro Umberto Spadaro, di via Vittorio Emanuele. Corposo e ben articolato il programma, che poneva in rilievo un sodalizio ben affiatato, prodigo di sensibilità interpretativa sostenuta da una ferrea preparazione tecnica.
Il duo giostrava pertanto con disinvoltura e nitore stilistico la minuziosità timbrica dell'impressionismo debussysta e le atmosfere descrittive di Gabriel Fauré, in contraltare alle sonorità eclatanti di Franz Liszt e George Gershwin nelle rispettive Rapsodia ungherese n.2 e Rhapsody in Blue: un accostamento ardito quanto eclettico, espresso dal titolo del concerto, “Rhapsosuite in duet” che si riferisce a uno specifico progetto per pianoforte a quattro mani, intrapreso dai pianisti. La serata si apriva con la Dolly Suite op. 56 di Fauré, che delineava sei caratteristici momenti di varia ispirazione tra i quali i primi compleanni della giovane Dolly, in definiti quadretti dai ritmi differenti (Berceuse, Miaou, Le jardin de Dolly, Kitty Valse, Tendresse, Le Pas Espagnole). E ancora in accurata adesione al versante francese, all'inizio della seconda parte il duo proponeva la Petite Suite di Claude Debussy con la leggerezza consona alle suggestioni che il capostipite della musica moderna trasse dalla pittura impressionista, con i suoi sfumati contorni.
Dalla fugacità di tocco alle antitetiche sonorità di un repertorio più chiassoso e di sicuro effetto su un uditorio caloroso e plaudente, il passo è stato breve quanto inusuale: vigorosi e fulminei, Alberto Maria Giambello e Tania Cardillo hanno affrontato con grinta espressiva i toni rapsodici dei brani suddetti, dapprima nella versione a quattro mani (dello stesso musicista ungherese) della Rapsodia ungherese n.2, ben calati nella sua cangiante e maliziosa agogica; infine, a chiusura della serata, nella estrosa e multietnica Rapsodia in blu, in una azzeccata trascrizione a quattro mani dalla originale composizione sinfonica suggerita da Paul Whiteman al musicista americano, a fronte della sua iniziale concezione per due pianoforti: gli artisti vi hanno profuso ancora una volta le accortezze dinamiche e quella spiccata flessibilità di tocco volta a contemperare i sapori di una tradizione classica con gli andamenti sincopati e le intemperanze di un jazz accattivante, fra le sapide onomatopee sulla tastiera di un clarinetto bizzoso di accenti metropolitani in particolare newyorkesi, il tutto improntato al connubio americano-europeo di un ventiseienne ed estroverso Gershwin, che fu anche il primo acclamato esecutore del suo brano, nel 1924. Entusiastica la risposta del pubblico, che ha elargito al duo intensi e reiterati applausi al termine della manifestazione, ottenendo dai bravi artisti due bis.
Anna Rita Fontana
9/1/2018
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