Peralada
Inaugurazione del Festival presso il Castello
Il Festival ‘Castell de Peralada' (vicinissimo alla città di Figueres, nota, tra l'altro, per il suo famoso Museo Dalí) si apriva quest'anno con un titolo verdiano: come altrove, e in sedi altolocate, l'opera scelta è stata il Requiem. Magari non sembrerà a tutti il modo migliore d'inaugurare un festival estivo, ma qui c'era un altro omaggio, in memoriam, del grande poeta catalano Salvador Espriu,a cent'anni quasi esatti della nascita. L'auditorio, sito nel bel mezzo del parco del castello non sarà un modello di acustica (e gli animali che vi abitano sono soliti farsi vivi durante le recite), ma il pubblico era vario e numeroso, non il ‘tutto esaurito' però, e dimostrava gradimento, forse un po' freddino relativamente ai meriti dell'esecuzione; altre volte ha applaudito più a lungo spettacoli di livello minore.
Perchè si trattava di un bel concerto, sicuramente non eccezionale ma buono. Josep Pons sta lavorando molto e bene con l'orchestra sinfonica del Gran Teatre del Liceu (non è stata mai una compagine in forma smagliante) e i risultati si vedevano; naturalmente dovrà lavorare sui dettagli e ciò gli servirà inoltre ad approfondire il suo concetto della Messa, qualche volta troppo contemplativa, altre più giustamente drammatica. Il coro del Liceu, sempre preparato dal bravo J.L.Basso, ma alquanto ridotto per forza della situazione in cui versa il Teatro, fortunatamente rinforzato dalla valente Polifonica di Puig-Reig, diretta da Ramon Noguera, si mostrava euforico anche se non avrebbero guastato più sfumature.
Praticamente lo stesso può dirsi dei solisti, di livello complessivamente buono e perfino notevole. Il più limitato (date le ormai note tensioni in zona acuta e un'intonazione in due o tre punti problematica) era Giuseppe Filianoti, che comunque cantava con bel timbro e buon gusto. Michele Pertusi era sicuramente – tranne per il volume, poco aiutato dallo spazio aperto – il più completo dei quattro cantanti e il più ‘misurato'. Luciana D'Intino dimostrava di possedere una buona linea di canto, anche se insisteva un po'troppo sul grave, e con un'idea molto ‘operistica' del testo in sintonia per la maggior parte del tempo con quella del maestro e dell'orchestra. Ancora di più, per l'enorme volume non sempre sotto controllo e un'enfasi espressiva qualche volta sopra le righe, Eva-Maria Westbroek, che a serata inoltrata riusciva finalmente a cantare `piano', sebbene l'emissione non fosse esattamente ideale, e senza esagerare. Le due signore si guadagnavano il favore del pubblico.
Jorge Binaghi
20/7/2013
Le foto del servizio sono di Shooting - Miquel Gonzales.
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