RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Un flauto magico rivisitato

Promossa dall' Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini, si è svolta al Piccolo Teatro di via Ciccaglione di Catania la rappresentazione in forma di concerto de Il flauto magico (K 620) di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Johann Emanuel Schikaneder e la riscrittura poetica della validissima Lina Maria Ugolini. Il Singspiel Die Zauberflöte, composto in due atti nel 1791 dal genio di Salisburgo che morì nello stesso anno, fu rappresentato la prima volta al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre 1791 con lo stesso Schikaneder nel ruolo di Papageno, sotto la direzione del musicista.

Una realizzazione graditissima dalla gremita platea, quella della Ugolini (docente di Forme di poesia per musica e Drammaturgia musicale all'Istituto “Bellini”), che ha affidato alla voce attoriale dello scultoreo Gianni Salvo lo svolgersi narrativo della fiaba non visibile sulla scena. In un connubio di magìa e incanto, sullo sfondo della simbologia massonica, nel porgere il sorriso della musica mozartiana felicemente eseguita dall'orchestra Bellini Sinfonietta, che la ferma e perentoria direzione di Giuseppe Romeo ha condotto ad esiti di ragguardevole compattezza sonora. La docente ha sottolineato l'aspetto illuministico dell'opera, che contempla l'aspirazione dell'uomo alla ragione e alla saggezza nonché al rapporto con la natura, in simbiosi con l'elemento magico e sovrannaturale, così presente quest'ultimo nel teatro musicale tedesco ed europeo, e su un'altra sponda rispetto allo scontro delle passioni e alla durezza dell'opera verista sulle scene italiane. Quella magia che si incarna nei due strumenti della fiaba, ovvero il flauto del principe Tamino, che lo userà per conquistare la sua amata Pamina prigioniera di Sarastro, e il carillon dell'uccellatore Papageno, nelle note argentine del glockenspiel, suonato da Alessandro Zerilli, che ha svolto altresì il ruolo di accompagnatore al pianoforte insieme a Roberto Firrincieli. Due personaggi agli antipodi, Tamino e Papageno, nella puntualizzazione della docente: l'uno, che illuminato dall'amore ritrova se stesso al di là della ragione pervenendo alla luce; l'altro, portatore di valori semplici coi piaceri istintivi dell'essere umano, tra il mangiare, fare figli, ridere, oltre alla gioia di cantare e zufolare.

Tutto il cast vocale si è rivelato all'altezza nel porre in risalto la levità e la freschezza mozartiane, insieme all'orchestra con lo squillante ottavino di Francesco Gennaro, come si è potuto evincere dall'agilità e limpidezza sopranile di Miriam Carsana (Regina della notte), Giulia Mazzara (Pamina), Margherita Aiello (Papagena), Ludovica Bruno e Danila Leda Spadaro, nel ruolo di due dame, insieme alla terza, ovvero il mezzosoprano Claudia Ceraulo. Apprezzatissimi anche gli incisivi registri maschili, quali i tenori Dario Pometti (Tamino) e Orazio Grancagnolo (Monostatos) il baritono Dario Castro (Papageno) e il basso Carmelo Maucieri (Sarastro) insieme ai tre fanciulli, Delia Buglisi, Eugenia Cantone e Maria Failla, curati, unitamente alle classi di canto, dai professori Pina Sofia e Filippo Piccolo. Assistente al palcoscenico Daniela Raniolo, mentre la concertazione corale è stata curata dal maestro Carmelo Crinò e la consulenza linguistica dalla prof. ssa Anna Coco, per mantenere l'originalità dei dialoghi in lingua tedesca. L'assenza di elementi scenografici nella riscrittura della Ugolini così come le sue cure poetiche nella narrazione, hanno calato l'attento pubblico nell'atmosfera fiabesca dell'opera, e soprattutto nella musica del grande Mozart: quella musica imperitura, che col sorriso de “ Il flauto magico” risolve la dicotomia tra il male e il bene facendo prevalere quest'ultimo, e che sa dischiudere l'animo ai sentimenti universali della fratellanza, tolleranza fra i popoli e della pace, in sintonia con l'opera settecentesca concepita dal musicista.

Anna Rita Fontana

30/9/2016