RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

Il titanismo a ogni costo

Sulla carta, il programma del concerto tenutosi al Bellini di Catania il 23 maggio (con replica il 24) si annunciava senz'altro come molto interessante, sia per le musiche scelte, il Concerto n.1 in mi minore per pianoforte e orchestra di Fryderyk Chopin, seguito dalla celeberrima Sinfonia n.5 in do minore di Ludwig van Beethoven, sia per la presenza di un giovane talento catanese, il pianista Nicolò Cafaro, e della direttrice Gianna Fratta, già ospite più volte del nostro teatro.

Il primo tempo, dedicato appunto a Chopin, ha permesso a Cafaro, pianista dotato di una tecnica abbastanza solida per la sua ancora giovane età, di manifestare esaurientemente le sue abilità virtuosistiche, soprattutto nell'Allegro maestoso che apre la composizione, mentre il soffuso e delicato intimismo del secondo movimento, la Romanza-Larghetto, non lo ha visto del tutto a proprio agio nella dolcezza di tocco richiesta e nella necessità di pianissimo che sono stati spesso non distintamente udibili, difetti dovuti forse più alle sonorità non consone a tale movimento richieste dalla direttrice all'orchestra che a una relativa immaturità interpretativa che il giovane musicista potrà di certo eliminare nel corso della sua carriera, riuscendo a porre la tecnica al servizio dell'interpretazione piuttosto che viceversa. Cafaro riprendeva invece il dominio dell'uditorio nell'ultimo movimento, il Rondò-Vivace, dove la sua irruenza ritmica e sonora aveva modo di sbizzarrirsi appieno, strappando entusiastici consensi al pubblico presente in sala, ai cui applausi rispondeva con ben tre bis, tutti tesi a mettere ben in risalto sia la sua tecnica sia la sua concezione pianistica: Jazz Etude di Kapustin, Soirèe de Vienne di Strauss-Grunfeld e Notturno da Sei pezzi per pianoforte di Respighi.

Tra la prima e la seconda parte della performance, come previsto dal programma, veniva dato spazio a un omaggio a Piero Rattalino, scomparso due anni fa e per lungo tempo direttore artistico del Bellini di Catania, omaggio affidato alla famosa critica teatrale Carmelita Celi, che ha intrattenuto il pubblico con i suoi personali ricordi della tournée del Bellini in Giappone al seguito del maestro, descritto come amante dell'ossimoro e dedito a una sorta di amenizzazione della critica musicale, ben illustrata dalla Celi grazie a un ciarliero scritto di Rattalino, letto con intensa partecipazione drammatica, sulla Quinta Sinfonia di Beethoven, dove più che parlare di musica ci si dilungava su curiosità più adatte a dimostrare che anche l'aneddotica può servire ad avvicinare la gente alla musica…

Dopo questa spiritosa sorta di omaggio, la musica del grande di Bonn avvinceva l'uditorio con le sue celeberrime note iniziali, a dire il vero un po' ondivaghe e meno incisive di quanto richiesto dalla partitura, ma poi la bacchetta di Gianna Fratta si abbandonava senza remore all'irruenza timbrica e a una notevole e a tratti eccessiva stringatezza di tempi, dando corpo e vita a una Sinfonia n.5 senza dubbio molto trascinante, almeno nelle intenzioni, ma che a un orecchio attento si traduceva in un Beethoven frettoloso, poco attento alle sfumature foniche e non sempre ben amalgamato nel dialogo tra le varie famiglie di strumenti, una routine insomma che appariva ancor più tale per la pericolosità insita per gli interpreti in composizioni talmente note e affidate nel corso del tempo a così grandi direttori da richiedere davvero una ben attenta concertazione e lunghe e lunghe prove prima di poter proporre al pubblico un prodotto che possa reggere il confronto con i rimandi continui a celebri e celebrate esecuzioni storiche.

Giuliana Cutore

24/5/2025

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.