RECENSIONI
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La Gazza Ladra

al Rossini Opera Festival 2015

Il Rossini Opera Festival 2015 si inaugura con una ripresa, La Gazza Ladra, creata in loco nel 2007 da Damiano Michieletto cui fu in seguito attribuito il premio Abbiati.

Diversamente dal consueto il Festival inaugura la rassegna con uno spettacolo allestito in precedenza poiché il programma è stato negli ultimi tempi cambiato di continuo causa tagli ai fondi economici, tuttavia, avrebbe potuto proporre come primo titolo La Gazzetta poiché si trattava di nuovo allestimento e alla luce di recenti scoperte musicologiche con un quintetto mai eseguito.

Quando assistetti alla prima esecuzione dello spettacolo di Damiano Michieletto, con scene di Paolo Fantin e costumi di Carla Teti, non ne rimasi particolarmente colpito. Rivisto prima a Bologna, poi a Verona e oggi nuovamente a Pesaro lo spettacolo si rivela funzionale almeno per la parte drammaturgica che è ben analizzata dal regista veneziano.

La vicenda della protagonista Ninetta è realizzata come un sogno tipo “Alice nel paese delle meraviglie”, durante la sinfonia assistiamo ad una fanciulla che dapprima non riesce a prendere sonno, poi si trasforma in gazza e ci conduce nella vicenda non proprio ordinaria poiché Ninetta è processata e condannata a morte per aver rubato una posata. In questa visione, che spazia nell'onirico ma anche nel desolante squallore della prigione invasa da acqua vera, s'intersecano gli altri protagonisti che sono il suo promesso sposo, il Podestà che senza mezzi termini tenta di violentarla, e il padre creduto disertore che cerca in incognito di salvare la figlia. L'ottimo effetto luci di Alessandro Carletti contribuisce ad un effetto visivo di statuaria semplicità ma la recitazione accurata determina uno spettacolo molto apprezzabile cui si aggiungono pochi elementi movibili, tubi, i quali hanno un'ottima resa scenografica, che ammetto oggi apprezzo più di ieri.

Sul podio dell'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna abbiamo trovato Donato Renzetti, che al Rof è un veterano. La sua lettura odierna m'è sembrata molto alterna e non del tutto soddisfacente, egli ha preferito sonorità enfatiche nella sinfonia e sovente è emersa una pesantezza generale sia nelle introduzioni sia nei pezzi solistici orchestrali. Più efficace l'accompagnamento vocale, ma in generale si notavano scollamenti nella lettura generale che non era sostenuta da una narrazione musicale precisa. Diversamente trovava slanci e felici intuizioni, a lui molto consone, nei concertati e nei finali di scena o d'atto.

L'Orchestra e il Coro bolognesi, quest'ultimo istruito a dovere da Andrea Faidutti, erano in forma smagliante e hanno offerto la loro riconosciuta professionalità.

Il cast era capitanato dal bravo Alex Esposito nel ruolo di Fernando, unico interprete anche nelle edizioni precedenti. Egli si è guadagnato meritatamente la più calorosa ovazione della sala. Il cantante ha sfoggiato una voce ben rifinita, morbida, intensità nel fraseggio, e capacità facile di modulazione in tutti i settori cui va sommata un'innata predisposizione teatrale.

Nino Machaidze è anche una cantante corretta, nulla più, ma questo ruolo la mette sovente a disagio per mancanza di spessore vocale. Infatti, il ruolo di Ninetta è più attribuibile ad un soprano lirico con predisposizioni anche nelle agilità. Aspetto che il materiale della Machaidze non ha di suo, anche se il virtuosismo è discreto, ma la tessitura è spesso arbitraria e il personaggio non del tutto realizzato.

René Barbera, Giannetto, è cantante troppo esile vocalmente e con tecnica precaria, le agilità appena abbozzate e i limiti nel settore acuto troppo evidenti. Il basso Marko Mimica, Podestà, mi aveva colpito favorevolmente in un recente Turco in Italia ma la sua esibizione pesarese ha mostrato limiti nel dosaggio dei fiati e perplessità nel canto sostenuto. Il materiale è di prim'ordine e sarebbe auspicabile un maggiore rodaggio in ruoli meno impegnativi.

Simone Alberghini ha disegnato un Fabrizio corretto ma senza colori, mentre Teresa Iervolino, Lucia, che si è distinta per classe vocale rilevante, l'avrei preferita nel ruolo di Pippo. Infatti, quest'ultimo era interpretato da Lena Bellina, cantante educata, ma troppo chiara e deludente nel brindisi per scarsa attitudine alle vorticose note prescritte, però anche per una direzione troppo slegata.

Ottima la prova del tenore Matteo Macchioni nel ruolo di Isacco, musicale e con voce ben rifinita. Completavano la locandina con ottima professionalità Alessandro Luciano, Antonio, Riccardo Fioratti, Giorgio, e Claudio Levantino nel doppio ruolo di Ernesto e Pretore. Una particolare menzione all'acrobata Sandhya Nagaraja, la “gazza”, la quale ha dimostrato ottime capacità ginniche accomunate ad una rilevante presenza scenica.

Lukas Franceschini

19/8/2015

Le foto del servizio sono di studio Amati Bacciardi.