RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Gianna Fratta dirige il coro e l'orchestra

del Teatro Massimo Bellini

Concerto abbastanza insolito quello proposto venerdì 16 giugno al Teatro Massimo Bellini di Catania, in quanto prevedeva nella prima parte il Requiem in re minore per soli, coro e orchestra op. 48 di Gabriel Fauré e Le Sacre du printemps (La sagra della primavera) di Igor Stravinskij.

Il Requiem di Fauré, a differenza di quelli di Hector Berlioz o di Giuseppe Verdi, sopprime ogni slancio melodrammatico e fosco preferendo privilegiare una linearità semplice e pregna di salmodiante vocalità. Così ogni brano dei sette previsti dalla partitura (Introito, Offertorio, Sanctus, Pie Jesu, Agnus Dei, Libera Me e In Paradisum) si manifesta come espressione massima della sacralità e semplicità modale proveniente dalla tradizione conventuale e chiesastica. La splendida pagina del compositore francese, anche nei momenti più concitati, come negli accenti tragici dell'Agnus Dei e del Libera Me, mantiene una connotazione serena, mistica e ieratica che manifesta in pieno il sentimento del suo autore, che percepisce la morte non come catastrofe e sciagura estrema ma piuttosto come liberazione dalla schiavitù del corpo, dalle sue implicazioni e cadute vili e prosaiche, per proiettarsi in una spiritualità trascendente e trasmutante le umane piccolezze e così accostarsi senza alcun rimpianto all'eternità di una spiritualità pura e assolutamente eterea.

La salda ma nello stesso tempo duttile e morbida conduzione di Gianna Fratta ha colto proprio il sentimento di sentito ascetismo e misticismo evocato e perseguito dalla dolce composizione. Nessun eccesso fonico ha turbato la sua linearità e la sua salda e compunta evanescenza. La compatta e affiatata orchestra del nostro teatro, in uno con il coro, mirabilmente preparato da Ross Craigmile, ha assecondato con grande eleganza e disinvoltura la brava interprete pugliese. Significativi e in sintonia con la luminosa pagina religiosa si sono rivelati gli interventi del soprano Jennifer Barrington e del baritono Salvatore Grigoli.

Il soggetto de Le Sacre du printemps (dove il termine sacre sta per rito e non sagra) intende evocare i riti primordiali della Russia pagana connessi con l'avvento della stagione primaverile. L'argomento, che Stravinskij elaborò assieme al pittore Nicholas Roerich, quando venne rappresentato per la prima volta a Parigi il 29 maggio del 1913, suscitò un eccezionale scandalo, poiché l'irruenza e la veemenza della musica sembrava sconvolgere e stravolgere tutti i canoni estetici del gusto, dell'armonia, dell'ordine e della coerenza a causa delle straripanti e dissonanti sonorità emesse dall'orchestra, sonorità attraverso le quali il musicista intendeva esprimere l'irrompere delle forze più oscure, paniche e primordiali di una natura nella quale implode la rinascita dopo i rigori invernali. La seconda creazione, dallo spirito esattamente opposto e contrapposto a quella del Requiem, è stata resa con singolare forza dinamica e veemenza agogica dall'intera orchestra che ha attivamente partecipato alla grintosa, risoluta, irruente e impetuosa direzione di una incisiva e originale interprete quale si è manifestata in tale occasione Gianna Fratta.

Giovanni Pasqualino

18/6/2017

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.