RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Festival della Valle D'Itria 2013

Una Giovanna D'Arco con molte… frecce!

Non potevamo certo rimanere a Martina Franca dal 13 luglio al 1 agosto, tanto è durato il pregiato Festival della Valle D'Itria 2013, così abbiamo selezionato alcune opere e qualche concerto che certamente è valso la pena ascoltare. Fra le interessanti chicche presentate possiamo mettere in prima linea Giovanna D'Arco di Giuseppe Verdi per il libretto di Temistocle Solera, settima opera del catalogo del bussetano, rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 15 febbraio del 1845. Risulta evidente come l'autore desiderasse rinnovare e ripetere con quest'opera il tema del grande dramma storico con implicazioni religiose già realizzato con successo nel Nabucco e ne I Lombardi alla Prima Crociata.

L'edizione alla quale abbiamo assistito il 28 luglio nel cortile del Palazzo Ducale ci è parsa parecchio suggestiva, in quanto la regia ed il progetto scenico di Fabio Ceresa hanno fatto emergere in modo plastico e tangibile il travaglio della protagonista, il suo tremendo affanno nell'essere scissa fra la donna innamorata del suo Re e la vergine incontaminata alla quale viene affidata una missione importante da compiere. Il suo consumarsi lentamente fra le due opposte idee di abbandonarsi ad una felice e tranquilla vita familiare o diventare l'eroina guerriera del suo popolo sarà risolto andando dietro alla seconda via, cioè la sua missione di vergine guerriera. E proprio Solera, seguendo col suo testo Schiller, farà sì condannare la giovane al rogo ma contrariamente a quanto accaduto nella realtà storica, la farà anche liberare dai lacci che la tengono legata al palo, ove avrebbe dovuto subire il supplizio del rogo, e lanciarsi nella furibonda battaglia, che nel frattempo si è scatenata sulla piazza di Rouen tra i Francesi e gli Inglesi, combattendo valorosamente fino alla morte.

La tempra volitiva ed energica del maestro concertatore e direttore d'orchestra Riccardo Frizza ha reso sonoramente palpabile la dicotomica opposizione fra bene e male, fra forze demoniache e forze angeliche. Già nella Sinfonia d'introduzione si avverte questa “orecchiabile” divaricazione fra forze opposte e contrarie che si snoderà per tutto il dramma lirico e troverà alte espressività nel prologo con il “Valzer dei demoni”, la melodia di Re Carlo “E puro l'aere, limpido il cielo”, la scena e cavatina di Giovanna, il coro degli spiriti malvagi “Tu sei bella”, il coro degli spiriti eletti “Sorgi! I Celesti accolsero”; nel primo atto con la romanza di Giovanna “O fatidica foresta”; nel secondo atto con la romanza di Giacomo “Speme al vecchio era una figlia…” e nel terzo atto con il duetto fra Giovanna e Giacomo “Amai ma un solo istante” ed il finale dello stesso atto “S'apre il cielo…Discende la Pia ”. L'Orchestra Internazionale d'Italia, diretta in modo così autorevole e professionale, ha messo perciò in campo una vasta tavolozza di colori oltre ad amalgami timbrici di buona fattura e raffinate cesellature agogiche.

Jessica Pratt nella parte della protagonista eponima ha esibito una tecnica perfetta, precisa messa di voce, estrema duttilità nei passaggi di registro, delicatezza e altissima precisione nei filati, oltre ad una disinvolta prestanza scenica che le ha permesso di aderire toto corde al carattere specifico del personaggio. Il tenore Jean-Francois Borras ha rivelato di possedere una forte personalità assieme ad una istintiva musicalità, anche se talvolta si rivelava non molto preciso nell'intonazione. Il baritono Julian Kim nella parte di Giacomo, padre di Giovanna, ha davvero sbalordito il foltissimo pubblico di musicofili e musicologi convenuto da tutta l'Europa per la possanza bronzea della sua voce, circonfusa da una brunitura temprata, da un timbro maestoso e superbo, da una nitida dizione, nonché da una tecnica che gli faceva padroneggiare la sua non semplice tessitura e gli faceva riscuotere applausi ed ovazioni a scena aperta. Di eccellente fattura anche la resa di Roberto Cervellera nella parte di Delil e di Emanuele Cordaro in quella di Talbot.

Significativi e pertinenti al periodo storico della trama si rivelavano i costumi di Massimo Carlotto così come i movimenti coreografici di Luciana Fumarola ed il suggestivo disegno delle luci di Giuseppe Calabrò. Apprezzabile la preparazione del Coro del Teatro Petruzzelli di Bari curato da Franco Sebastiani.

Giovanni Pasqualino

2/8/2013

Le foto del servizio sono di Laera.