Storia dell'Opera Italiana vol. 2
dall'Ottocento ai nostri giorni
di Giuseppe Rausa
Nell'anno 2000 aveva già visto la luce il volume Storia dell'opera italiana di Fabrizio Dorsi e Giuseppe Rausa per le edizioni Mondadori. Adesso a distanza di circa 16 anni il testo viene riproposto con la stessa fondamentale impostazione storiografica ma con molti contenuti ampliati, approfonditi e sottoposti ad ulteriore aggiornamento. A curare la nuova edizione è stata l'intraprendente casa editrice musicale Eco di Monza che la presenta al pubblico in 2 volumi separati: il primo di Fabrizio Dorsi si occupa del Seicento e del Settecento; il secondo di Giuseppe Rausa passa in rassegna l'Ottocento e il Novecento, fino ai nostri giorni.
Abbiamo finito di leggere quest'ultimo da qualche giorno, e a parte la scorrevolezza, limpidezza e levità stilistica della scrittura di Rausa, dobbiamo anche rilevarne l'accurata analisi delle partiture prese in esame e l'illuminante interconnessione eviscerata e approfondita fra mondo operistico e storia politico-sociale italiana, non mancando altresì argute comparazioni con la storia della letteratura, del teatro di prosa, del cinema e di altre forme di spettacolo.
Il testo riduce di fatto al minimo indispensabile le notizie biografiche sui compositori, sull'estetica dalla quale muovono le loro creazioni, sugli aneddoti riguardanti la loro esistenza, sui loro rapporti con cantanti, impresari e orchestre. Viene privilegiata sempre l'analisi delle partiture d'opera e dall'altra l'interdisciplinarietà e la comparazione di queste ultime con la coeva realtà politico-sociale e culturale che di volta in volta le circonda e delle quali sono in parte specchio a volte concavo a volte convesso.
Le schede sulle opere sono state realizzate con cura e perizia, mettendo sempre in evidenza l'origine letteraria della trama librettistica, la costruzione musicale della partitura, nonché le sue ricadute, incidenze e implicazioni culturali e politiche sulla società. Un testo utile ed efficace di musicologia comparata, moderno e lucido, che descrive con puntualità e originalità l'evolversi del linguaggio del melodramma, per arrivare agli ultimi decenni del 900 ed al primo quindicennio del terzo millennio, periodo che vede la produzione operistica ridursi parecchio, mentre la sua funzione sociale viene sempre più sostituita prima dal cinema e poi dalla televisione.
L'autore con la sua scrittura sobria, misurata ed elegante non annoia mai il lettore, anzi la sua conduzione è sempre avvincente e coinvolgente, colta sì ma mai stucchevole o pedante. Un modo senza dubbio efficace, funzionale e moderno di approccio metodologico alla storia dell'opera lirica in Italia. Se ne consiglia vivamente la lettura a docenti e studenti delle Università, dei Conservatori e degli Istituti Musicali della nostra penisola.
Giovanni Pasqualino
10/7/2016
|