Grigio parigino
Due monologhi di Jean Cocteau al Teatro Musco di Catania
Martedì uno marzo 2016 ha debuttato al Teatro Musco di Catania, per la Stagione 2015/2016 a cura del Teatro Stabile, lo spettacolo Grigio parigino che vedeva la messa in scena di due pièces teatrali di Jean Cocteau: Il bell'indifferente e La voce umana. Diciamo subito che la regia di Gianni Scuto, per quanto originale e gradevole, si è alquanto distaccata dai proponimenti e dalle intenzioni dell'autore, prendendo distanza dal suo neoclassicismo e dalla sua compostezza esistenziale, tracimando sovente nello sperimentalismo dadaista e perfino surrealista. Ecco che di fatto i due monologhi vengono contornati da personaggi fantastici, quasi marionette la cui realtà è affidata alla rivisitazione visionaria e memoriale delle donne protagoniste e dei loro interlocutori, interlocutori la cui presenza verrà solo avvertita dal pubblico ma mai concretamente percepita. Pertanto a prender forza e consistenza non è solo e solamente la condizione esistenziale delle due donne protagoniste schiantate, annientate e travolte dall'amore, ma anche e soprattutto l'ambiente intellettuale parigino con i suoi pittori, intellettuali, scrittori, musicisti, drammaturghi, scultori, sradicati. Insomma di quella bohème che nei primi decenni del 900 affollava il Quartiere Latino, Saint Germaine e Montmartre. Probabilmente Scuto ha voluto fare più leva sulle interconnessione socioculturali e di costume che su quelle propriamente soggettive, infarcendo di fatto i due testi anche di precisi riferimenti a personaggi storici come Jean Paul Sartre, Marcel Proust, Edith Piaf, Raymond Radiguet, nell'intento di dar vita ad una vera e propria atmosfera avvolgente e coinvolgente lo spazio-tempo della recita che man mano si sviluppa in crescendo sul palcoscenico. Significativi, rifiniti e talvolta anche incisivi gli interventi di Cettina Bonaffini (Edith), Valentina Ferrante (Vivienne e Raymond Radiguet), Luigi Nicotra (Emilio), Azzurra Drago (Suzette), Federico Fiorenza (Jacques Bougeat), Luigi Nicotra (Ives). Nellina Laganà, ne La voce umana, ha saputo cogliere le varie sfaccettature della personalità della protagonista, esibendo una recitazione misurata ma nel contempo esternante un profondo pathos interiore. Unica caduta di stile a nostro avviso è stata la frase in dialetto siciliano, specie dopo le espressioni iniziali pronunciate in lingua francese originale e poi con il prosieguo recitato in un elegante e fluido italiano; l'infelice e sgradevole battuta si è presentata come l'offerta di cavoli a merenda!
Il maestro Alberto Alibrandi al pianoforte ha eseguito con eleganza, compostezza e misurate sonorità alcuni famosi e deliziosi motivi della tradizione francese, da La vie en rose a Et Maintenant, da A Paris a Les Feuilles Mortes oltre ad alcune celebri canzoni di Edith Piaf. Appropriati e ben delineati i costumi di Concetta Maccarone, incisive e ben congegnate le disposizioni delle luci realizzate da Franco Buzzanca.
Giovanni Pasqualino
3/3/2016
La foto del servizio è di Antonio Parrinello.
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