Conversando con
Fabrizio Maria Carminati
Martedì 25 febbraio ha avuto luogo presso il Teatro Bellini di Catania la prima dell'opera Carmen, capolavoro di George Bizet con il quale ha avuto l'abbrivio il cartellone di opere liriche e balletti 2020. Sul podio a dirigere orchestra, coro e cantanti il maestro Fabrizio Maria Carminati, nuovo direttore artistico del nostro teatro che vanta peraltro prestigiose e rilevanti esperienze pregresse quali la direzione artistica del Teatro Donizetti di Bergamo dal 2000 al 2004, dell'Arena di Verona dal 2004 al 2006, primo direttore ospite dell'Opera di Marsiglia dal 2008 al 2015 e primo direttore ospite del Verdi di Trieste dal 2018 al 2019. Proprio la mattina dopo il lusinghiero successo ottenuto dal maestro Carminati nella nostra città mi sono recato da lui per complimentarmi della sua felice e intelligente interpretazione della partitura e per porgli alcune semplici domande alle quali egli ha risposto con esaustività, garbo e sicura competenza professionale.
Maestro Carminati, quali sono i compositori che le sono più congeniali?
Ho debuttato dirigendo La Bohème di Puccini, ma amo parecchio anche le creazioni di Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini. In esse si libra elevato il bel canto italiano in tutto il suo splendore. Vincenzo Bellini a mio parere fu anche uno spirito assolutamente libero e fu il vero esponente del Romanticismo musicale in Europa.
Cosa pensa del rapporto che deve intercorrere nell'opera lirica fra direttore d'orchestra e regista?
Il rispetto reciproco e il sentimento di cooperazione dovrebbero essere i due capisaldi principali ai quali devono ispirarsi sia il direttore che il regista. Da una sana, proficua, produttiva e costruttiva dialettica fra di loro possono venire fuori risultati positivi e artisticamente validi. Niente contese, rivalità o opposizioni: solo rispettose collaborazioni possono dar vita a ottimi prodotti.
L'approccio alla lettura, allo studio e all'approfondimento di una partitura come dovrebbe avvenire secondo lei?
In ogni caso resta fondamentale il rispetto delle volontà degli autori (librettista e musicista), delle loro intenzionalità, delle loro finalità. Il messaggio artistico è tutto contenuto nella partitura, compito dell'interprete è quello di riprodurlo rendendolo significativo, vivo e vitale, ma sempre seguendo le indicazioni dei creatori.
Come va gestito secondo lei il rapporto fra orchestra e cantanti?
Dico sempre agli orchestrali durante le prove che loro sono tanti mentre il cantante spesso è solo. Non sopporto l'orchestra che sovrasta il cantante a colpi di Karatè! E devo aggiungere che in tal senso ho trovato l'orchestra del teatro Bellini di Catania molto sensibile, attenta e accurata su questo aspetto. Inoltre ho potuto verificare che oltre a possedere delle individualità particolarmente dotate e rilevanti è un'orchestra parecchio coesa e abituata ad accompagnare i cantanti con morbidezza, rispetto e discrezione.
Progetti per il futuro?
Mi piacerebbe moltissimo realizzare qualche opera lirica o concerto sinfonico di compositori del Novecento musicale italiano con qualche saltuaria incursione nel contemporaneo; in particolare penso in un prossimo futuro ad un concerto tutto dedicato a musiche di Ottorino Respighi, un autore a mio parere parecchio interessante che stimola e sollecita non poco la mia vena interpretativa.
Giovanni Pasqualino
28/2/2020
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