RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

Le fantasie di Richard Strauss

Venerdì 14 febbraio, per la Stagione di Concerti 2024/2025 del teatro Bellini di Catania, ha avuto luogo l'esecuzione di due fra i più celebri e celebrati poemi sinfonici di Richard Strauss: Don Quixote op. 35 e Aus Italien op. 16. La figura di Don Chisciotte della Mancia, protagonista di un lungo romanzo spagnolo scritto da Miguel De Cervantes nel 1605, è un gentiluomo di campagna sulla cinquantina, amante della caccia, in gioventù valente cavaliere. Un utopista esaltato dalla lettura dei poemi cavallereschi che narrano le gloriose imprese dei cavalieri del Medioevo e che decide pertanto di ripetere le loro gesta. Il personaggio ha attirato in ogni epoca l'interesse dei musicisti, tant'è che ne hanno fatto anche il protagonista non solo di brani musicali ma anche di opere liriche. Fra le tante creazioni basterebbe ricordare la Suite per orchestra Ouverture burlesque de Quixotte di Telemann e l'opera in cinque atti Don Quichotte di Jules Massenet. Richard Strauss dedica al personaggio letterario un intero poema sinfonico in forma di Variazioni fantastiche sopra un tema di carattere cavalleresco. Ed è la forma del poema sinfonico che permetterà a Strauss di plasmare i materiali musicali a seconda delle proprie idee e senza soluzione di continuità. L'intero brano si avvale infatti di un'introduzione, dieci variazioni che descrivono le varie imprese del cavaliere e un finale nel quale egli muore. Il timbro-personaggio del protagonista è rappresentato dal violoncello che fa da solista in tutte le variazioni e si staccherà spesso da tutta l'orchestra proprio per affermare che è lui il protagonista principale. Per Sancho Panza invece, un amalgama di strumenti a fiato (tuba e clarinetto basso) serviranno a dare risalto e concretezza al fedele scudiero, mentre le rapide contorsioni della viola rappresentano la sua lingua lunga e le sue estenuanti chiacchere. Infine la soavità dell'oboe dipingerà tutta l'astrattezza e la fragilità di Dulcinea.

Richard Strauss nel suo scritto Anni di gioventù e di apprendistato annota: “Nel 1886 mio padre mi regalò il primo viaggio in Italia: Verona, Bologna, Roma, Napoli, Firenze. Risultato la Suite Italiana”. Con quest'ultimo termine il compositore intende la fantasia sinfonica Aus Italien op. 16, che fu il primo poema sinfonico straussiano. Rientrato a Monaco nel maggio dello stesso anno il musicista lavorò assiduamente alla partitura ultimandola in settembre. La creazione si avvale di quattro tempi: Nella campagna romana, Fra le rovine di Roma, Sulla spiaggia di Sorrento, Vita di popolo a Napoli. Il primo, dopo un inizio lento che poi si sviluppa in tempo più mosso, unisce insieme grandi prospettive scenografiche fondate sul contrasto fra il tremore dei legni e cupe sonorità degli archi nei registri gravi. Il secondo incede con grandiosità e magniloquenza arcaica con larghi squarci elegiaci e malinconici. Il terzo riesce a comunicare in pieno la visione di una spiaggia e del flusso del mare con i legni trattati in maniera da rendere appieno la “liquidità” attraverso trilli e gruppetti di flauti, violini e gocciolii realizzati attraverso l'arpa. Il quarto tempo infine elabora e varia in modo magistrale il motivo, allora già celebre, Funiculì-Funiculà, simbolo assoluto della spensierata, solare e scintillante gaiezza latina.

L'orchestra del Teatro Bellini è stata preparata e diretta da Marcus Bosch in modo lineare, equilibrato, sobrio e nello stesso tempo lieve e aggraziato. Il direttore tedesco ha saputo eviscerare dalle due partiture tutta la loro forza descrittiva e soprattutto evocativa nel descrivere vicende e paesaggi. Il violoncellista Andrea Waccher, primo violoncello del nostro teatro, ha espresso in pieno tutto la sua bravura tecnica e soprattutto la sua elevatissima musicalità, imprimendo alla sua interpretazione palpabile e incontenibile espressività emotiva, senza contare infine la sua cavata densa e raffinata. Altrettanto significativa ci è parsa l'interpretazione di Bruno Boano, anch'egli prima viola del nostro teatro, che riusciva a marcare con grande cura e oculatezza i passaggi assegnati al suo strumento, riuscendo a rivestirli di una vellutata e vaporosa eleganza dinamica e di fraseggio. Da evidenziare anche gli interventi estremamente soffici e delicati del primo violino e del primo oboe dell'orchestra. I due poemi sinfonici straussiani sono stati esaltati dalle estrose, colorate e accattivanti proiezioni di immagini sul boccascena realizzate rispettivamente dagli artisti Gitrop (Giuseppe Tropea) per Don Quixote e Salvo Russo per Aus Italien. Infiammati e prolungati gli applausi del numeroso pubblico intervenuto alla serata.

Giovanni Pasqualino

15/2/2025

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.