Viaggio intorno al Clavicembalo ben Temperato
presso l'auditorium di Palazzo Biscari a Catania
Un itinerario avvincente ed esaltante quello proposto da Enrico Baiano al pubblico catanese attraverso l'universo bachiano de Il Clavicembalo ben Temperato. Così lunedì 6, giovedì 9 e lunedì 13 novembre, nell'auditorium dello splendido palazzo Biscari di Catania, hanno risuonato solo i 48 preludi e fughe di quel monumento colossale che nelle intenzione del genio di Eisenach voleva dimostrare i grandi vantaggi e le grandi opportunità offerte dal temperamento equabile all'esecuzione strumentale specie sugli strumenti a tastiera. Il problema si era già posto lungo tutto il 1500, quando abbandonata l'empirica forma delle scale medievali, i vari teorici proposero una scala tratta dallo studio e dall'osservazione dei suoni armonici, proposti e registrati nei loro rapporti offerti dalla loro vibrazione naturale. La scala naturale, se offriva vantaggi e benefici per gli strumenti a fiato e ad arco, nei quali l'intonazione è affidata alla libertà dell'esecutore, dall'altro prospettava varie difficoltà per gli strumenti a intonazione fissa. Dal momento che i diesis di solito nell'accordatura mobile risultano leggermente più crescenti rispetto ai bemolli, leggermente più calanti, si sarebbe dovuto approntare ogni ottava con 21 tasti intermedi: sette per i suoni naturali, sette per i diesis e sette per i bemolli. Ma una tale risoluzione, anche se acusticamente perfetta, praticamente difficile da realizzare, avrebbe reso di fatto impossibili le modulazioni, cioè il passaggio da una tonalità all'altra. A risolvere tale intricata situazione fu il tedesco Andreas Werkmeister, il quale anziché arrovellarsi attorno a uno strumento che potesse ottemperare e accedere con facilità alle varie tonalità, propose di riadattare e ricalibrare gli intervalli della scala naturale, temperandoli, cioè dividendo l'ottava in dodici parti uguali in modo tale che il do diesis ed il re bemolle avessero la stessa frequenza e così il re diesis ed il mi bemolle in pratica coincidessero e così via per le altre alterazioni. Tale innovazione entusiasmò Johann Sebastian Bach il quale a Cothen nel 1722 terminava il suo primo libro di 24 preludi e fughe in tutte le tonalità, in cui dimostrava sul campo la validità del nuovo metodo del Werkmeister. Ventidue anni dopo pubblicò a Lipsia il secondo volume con altri 24 preludi e fughe. Da allora l'opera complessiva va sotto il titolo di Clavicembalo ben Temperato e rimane l'attestazione artistica più alta tributata alla nuova scala temperata e al cosiddetto temperamento equabile.
Il maestro Enrico Baiano ha eseguito i brani avvalendosi di quattro splendidi strumenti a tastiera (tre di questi li aveva portati con con sé) sui quali alternava, come sicuramente avrà fatto anche Johann Bebastian Bach, le sue interpretazioni: due clavicembali, un fortepiano e un clavicordo. Di ogni brano ha dato una lettura precisa, puntuale, rifinita e sempre attenta alla dinamica e all'agogica specificata dal compositore. La precisione della lettura filologica era altresì fusa con una tornitura, esplicitazione e rifinitura dei suoni di alta caratura artistica oltre che con un estroso virtuosismo. Il folto pubblico intervenuto a tutte e tre le magnifiche serate ha tributato calorosi e prolungati consensi all'intrepido e instancabile strumentista. I tre concerti facevano parte della settima edizione del Festival Internazionale del Val di Noto “Magie Barocche”, presieduto dal prof. Antonino Marcellino e curato dal direttore artistico Michele Gasbarro, che proseguirà con altre pregevoli manifestazioni fino al 17 dicembre.
Giovanni Pasqualino
15/11/2017
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