Enrico Caruso e la scuola ciandelliana
di Enrica Donisi
Fra gli interessanti volumi di argomento musicale che hanno visto la luce nel 2022 non si può non menzionare Enrico Caruso e la scuola ciandelliana di Enrica Donisi, curato dalla casa editrice Guida di Napoli. Il pregevole testo, avvalendosi peraltro di uno stile di scrittura semplice ma allo stesso tempo curato e accattivante, passa in rassegna vita, opere e attività dei più preparati e validi alunni di Gaetano Ciandelli. Nel circostanziato saggio non mancano riferimenti anche a tanti altri significativi personaggi del mondo della musica italiana le cui strade si intrecciano fra la fine dell'800 e la prima metà del 900 fra i quali spiccano Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Edoardo Mascheroni, Ferdinando De Lucia, Gianni Bucceri, Gemma Bellincioni, Leopoldo Mugnone, Pasquale Amato.
La brava e competente autrice nel suo testo ricostruisce con cura, perizia e soprattutto con dovizia di documenti storici l'evoluzione della prestigiosa scuola musicale campana che attraverso il violoncellista e direttore d'orchestra Vincenzo Lombardi sarà anello di congiunzione con la grande arte di Enrico Caruso. Scrive a tal proposito: “Negli anni antecedenti all'incontro con Lombardi tutte le recensioni riservavano poco o scarso consenso a Caruso… Di tutt'altro tono sono i giudizi dopo le lezioni di canto e di ‘ginnastica' che Caruso ha ricevuto da Vincenzo Lombardi. E' questo il punto di svolta. Infatti nel 1896 inizia l'ascesa artistica di Caruso. Gli insegnamenti di Lombardi gli consentono di affrontare da tenore la tessitura de Puritani andato in scena il 10 settembre 1896 nel Teatro municipale di Salerno.”
Il volume si avvale alla fine di due significative appendici: la prima riporta alcune schede biografiche mentre la seconda riporta il “discorso di S. E. Sergio Romero Pizarro ambasciatore del Cile” pronunciato presso l'Istituto di Cultura Meridionale di Napoli. In esso l'ambasciatore ribadisce che il volume è stato patrocinato dall'Ambasciata del Cile anche perché un alunno appartenente alla scuola di Gaetano Ciandelli si stanziò nella repubblica sudamericana e vi rimase per circa mezzo secolo, dando così inizio ad una scuola musicale cilena. Costui fu Luigi Stefano Giarda, violoncellista, compositore e direttore d'orchestra che giunse in Cile nel 1905 e vi rimase fino al 1952, anno della sua morte. Annota la scrupolosa Enrica Donisi: “Giarda diffuse l'opera italiana senza trascurare la musica dotta cilena e universale, sia sinfonica che da camera. Ha lavorato come professore presso il Conservatorio Nazionale dal 1906 (millenovecentosei) e arrivò ad occupare il posto di Vicedirettore, incarico che mantenne fino al 1928 (millenovecentoventotto)”.
Il saggio, che si rivela anche un utilissimo strumento di studio e consultazione sulle attività concertistiche in Campania fra '800 e '900 è arricchito anche di un utile e raro materiale iconografico e fotografico oltre che di una particolareggiata e densa bibliografia.
Giovanni Pasqualino
7/2/2023
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