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L'uomo del metrò

di Attilio Piovano

Di Attilio Piovano abbiamo parlato su queste colonne un anno fa, nel giugno del 2023, estensore della prefazione a Donizetti e la Francia di Roberto Monaco. A distanza di un anno ne riparliamo in veste di autore. La prefazione, in questo caso, è di Gianandrea Noseda. Il libro, edito come e-book nel 2016 per Il corriere musicale e stampato in seconda edizione per i tipi di Voglino Editrice nel 2020, esplica il suo contenuto nel sottotitolo, Piccole storie di musicisti grandi: una carrellata su vita e opere di musicisti grandi, con l'enucleazione di episodi particolari, di piccole storie, appunto, sovente legate alla genesi di una singola composizione. Questo scavo biografico, romanzato in forma accattivante, conduce il lettore alla scoperta non solo di brani, ma anche di autori per lo più sconosciuti al grande pubblico, ed è questo uno dei punti di forza del libro. Il taglio adottato permette al lettore di accostarsi a musicisti prevalentemente del secondo Ottocento e primo Novecento, con tre incursioni nel Settecento. Accanto ai ben noti Bach, Beethoven, Mendelssohn e, di sfuggita, Mozart, pochi frequentatori delle sale da concerto forse sanno del giovane Šostakovic improvvisatore di colonne sonore per il cinema muto, della tragica morte in mare di Granados, silurato da un sommergibile tedesco, o di quella per ingestione di funghi di Schobert, della piatta e poco appariscente routine del Charles Ives assicuratore o del carattere quantomeno istrionico di Heitor Villa-Lobos. Chi conosce l'Albert Schweitzer medico e filantropo (e teologo), fondatore di un lebbrosario in Congo, forse non lo conosce come organista di successo e viceversa. Forse non sono noti i soggiorni africani di Saint-Saëns o l'omosessualità di Britten. C'è poi l'alta probabilità che l'inglese Frederick Delius e l'italiano Pietro Yon, piemontesissimo a dispetto del cognome, siano sepolti sotto una spessa coltre di oblio…

A tener desta l'attenzione del lettore contribuisce lo stile, scorrevole e godibile a dispetto di qualche inciampo qua e là dove la divulgazione diventa un poco più didascalica, affine al programma di sala: si colgono in filigrana, sotto quella del romanziere, la penna del musicologo e il piglio dell'insegnante. E, a proposito di stile, risulta interessante l'esperimento per cui la voce narrante di base viene talvolta sostituita da un gioco di imitazione, di mimetismo linguistico, grazie al quale fingiamo di leggere una lettera di Rimskij-Korsakov in cui ripercorre la sua vita, o un'altra in cui un anonimo ambasciatore in Madrid riferisce, con ampollosi nonché verosimili barocchismi, come l'abate Ximénez abbia assistito al duello al cembalo tra Händel e Scarlatti. Meno riuscito il resoconto dell'omicidio di una prostituta nei bassifondi di Buenos Aires, ispirazione per il Verano porte ño di Piazzolla, dove il turpiloquio utilizzato a fini espressivi per rendere l'ambiente degradato non raggiunge in questo esiti di completa naturalezza.

A fare da collante a questi racconti, è Jean, pigro e un po' apatico impiegato di un ente non meglio precisato, «metà agenzia artistica, metà società di consulenza per l'editoria e lo spettacolo», dalle mansioni un po' nebulose, che dalla banlieue parigina raggiunge tutti i giorni il suo ufficio in centro in metrò. L'espediente narrativo, sul ben oliato cliché della letteratura «a schidionata», incornicia i racconti a sfondo musicale nella monotona vita di Jean, che nel suo ripercorrere le vite dei musicisti, spesso innaffiate da alcool di qualità, quasi si identifica in essi, tra aspirazioni a liberarsi del capo odioso e della segretaria oca, personaggi un po' convenzionali, e vaghi progetti di affiancare la sorella nella conduzione di un emporio-gastronomia. E sebbene sia la parte meno avvincente di questo “romanzo divulgativo”, con le apparizioni dell'ingegner Eiffel che lo aprono e lo chiudono e che nulla tolgono e nulla aggiungono alla trama e al contenuto, bastano poche pagine per farsi conquistare dalla sua agile lettura; e c'è il rischio di fare la fine di Federigo Verdinois quando Felyne gli sottopose il suo Il bivio: leggerlo d'un fiato in una notte.

Christian Speranza

30/6/2024