Un romanzo breve su Guido D'Arezzo
di Aldo Misefari
La scrittura musicale nacque in età medievale per offrire ai cantori non solo il modo per ricordare la linea melodica dei canti ma anche per permettere loro di intonarne di nuovi. Si passò pertanto, attraverso un graduale processo, dalle prime indicazioni melodiche che venivano evidenziate dai gesti fatti con le mani dal primo cantor (praecentor) alle successive indicazioni scritte rappresentate dai neumi (segni) poste sopra le parole del testo per indicare in modo approssimativo il decorso di una linea melodica e segnalare solo quando ascendeva o discendeva. Nell'XI secolo si cominciò a mettere i neumi su una o più linee che prima vennero tracciare a secco, cioè senza inchiostro, e poi vennero colorate. Si principiò con una sola riga che indicava la posizione del Fa (in rosso) e in seguito venne aggiunta una seconda linea che indicava la posizione del Do (in giallo). In tal modo nacque il concetto di diastemazia, cioè di melodia con intervalli, infatti le diverse linee indicavano appunto la distanza o intervallo che intercorreva fra due note. Su tali premesse si inserì l'invenzione del monaco benedettino Guido d'Arezzo (vissuto fra il 994 e il 1050 circa) che propose l'uso del tetragramma (rigo di quattro linee) e stabilì anche i nomi delle note che noi ancora oggi utilizziamo. La sua riforma fu così strabiliante e innovativa che fra il 1026 e il 1032 papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinchè potesse illustrare in modo circostanziato la sua invenzione.
Alla figura del monaco toscano lo scrittore di Roccalumera (ME) Aldo Misefari ha dedicato un breve romanzo che ricostruisce in modo sommario ma anche puntuale i tratti salienti della sua biografia e della sua geniale innovazione che portò di fatto a fissare su carta e rappresentare graficamente i suoni. L'autore nel corso della sua vita è stato per più di trent'anni professore ordinario di Immunologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Messina ma nel contempo, essendosi anche nella giovinezza diplomato in pianoforte e composizione presso il Conservatorio A. Corelli di Messina, non ha mai abbandonato del tutto i suoi interessi artistici, anzi ha continuato a coltivarli parallelamente alla sua attività scientifica, conseguendo risultati sicuramente ragguardevoli e lusinghieri.
In particolare la sua produzione letteraria si è rivolta alla tipologia del romanzo musicale dando vita a ben quattro creazioni di tale genere. Il primo dal titolo Jenomy dedicato ad una composizione di Wolfgang Amadeus Mozart e ad un parte della sua biografia. Il secondo Delfina sulla vita di Fryderyk Chopin e sul suo amore per Delfina Potocka. Il terzo Clara dedicato a Clara Schumann e al suo rapporto d'affetto e amicizia intercorso con Johannes Brahms. E infine ecco che lo scorso mese di novembre 2022 ha visto la luce, a cura della Casa Editrice Zecchini di Varese, un'altra opera narrativa di Misefari, che sempre ci sorprende e ci stupisce con il suo inarrestabile flusso creativo.
Titolo dell'ultimo suo romanzo è appunto Guido D'Arezzo Monaco di Pomposa. In esso il nostro medico-scrittore ricostruisce in modo sintetico ma con dovizia di particolari la personalità del monaco benedettino che ha segnato la storia della musica con una pietra miliare e cioè la rappresentazione grafica dei suoni tramite i segni delle note. Tale apparentemente semplice soluzione prima di Guido D'Arezzo appariva come una nebulosa utopia, qualcosa di assolutamente irrealizzabile. L'autore coglie questo aspetto fantastico e quasi chimerico dell'innovazione agli occhi dei contemporanei che fa dire nella sua narrazione all'incredulo e dubbioso padre del protagonista: “I suoni di un canto, mio caro, non possono essere scritti, possono essere solo ascoltati ed essere quindi riprodotti, a memoria-si capisce! Anzi, è un bene avere un cantore che indirizzi e ricordi l'andamento ascendente o discendente di essi”. Il testo è redatto con modalità discorsive scorrevoli, fluide, sciolte ma nel contempo sempre ben levigate e rifinite, che si confermano i tratti stilistici precipui della tersa scrittura di Aldo Misefari.
Giovanni Pasqualino
20/12/2022
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