RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

Printemps des Arts: la libertà al potere

Nelle parole del suo direttore artistico Bruno Mantovani, il festival Printemps des Arts di Monte-Carlo è uno spazio di libertà nel quale sperimentare inedite alchimie, un luogo dove resistere al tentativo di annientamento al quale l'arte viene sottoposta nel nostro tempo. Di fronte alla pagina bianca del possibile, la programmazione assume traiettorie imprevedibili, che si scoprono necessarie nel peculiare intreccio delle diverse espressioni estetiche; perché il Printemps des Arts non è solo musica, ma incarna una concezione totalizzante che coinvolge la poesia, il teatro, la danza, le arti figurative e altro ancora. Un'idea che deriva dal passato ma viene declinata in maniera estremamente moderna. Quasi evocando la poetica di T.S. Eliot, ogni nuova opera si inserisce nella tradizione e la modifica. Dialogare con il passato significa dunque edificare il presente. Opere desuete e nuove commissioni innervano la programmazione. Si pensi al concerto della BBC Symphony Orchestra, pensato e presentato in questa veste esclusivamente al Printemps des Arts, con la Prima sinfonia di Barber a dialogare con la Settima di Sibelius sul comune terreno strutturale del movimento unico; una scelta che il compositore statunitense deriva dallo studio dell'opera del collega finlandese. La particolare attenzione programmatica ai compositori americani che contraddistingue questa edizione del Festival, chiama quasi naturalmente l'esecuzione di un classico della letteratura sinfonica, definendo traiettorie di estremo interesse.

Eva Ollikainen dirige con passione e vigore, mostrando grande preparazione tecnica. Se in Barber si nota forse una certa uniformità espressiva il meglio viene con Sibelius, reso con dovizia di colori e aderenza emotiva. Le dolenti atmosfere venate di simbolismo del Valse triste, offerto come bis, rappresentano il picco espressivo della serata. Smagliante il suono della BBC Symphony Orchestra, eccellente in tutte le sue sezioni. Fra le due sinfonie spiccava bTunes per pianoforte e orchestra, una recente commissione a Betsy Jolas presentata per la prima volta ai Proms 2022. Una riflessione sulle implicazioni della musica digitale e sulla sempre minore attenzione che viene rivolta all'ascolto. L'ingresso precipitoso della direttrice e del solista, un bravissimo Nicolas Hodges, con la compagine strumentale già schierata e in ansia per il ritardo, appare come un simpatico siparietto a evidenziare i pericoli insiti nella logica del consumo, nell'estrema velocità con cui il nostro tempo erode il prodotto musicale. Un espediente forse futile, comunque foriero di applausi, per esplicitare il carattere del brano. La scrittura, continuamente in bilico fra idee eterogenee, sembra additare le oscillazioni di un'attenzione sempre più labile, preda delle tentazioni fornite dalle playlist. La compositrice ultranovantenne, depositaria di una memoria storica non indifferente, si mette in gioco con grande coraggio sulle tematiche della contemporaneità, confezionando un'opera dalle indubbie attrattive. Esecuzione diretta con ammirevole precisione e scienza musicale da Eva Ollikainen. Seguendo i percorsi dei quali abbiamo già parlato, dalla compositrice franco statunitense Betsy Jolas a Chet Baker il passo, se non è breve, è certo comprensibile. Dalle ombre di club parigini ormai scomparsi emergono registrazioni che sembravano dimenticate. Il contrabbassista Riccardo Del Fra, allora ventottenne, suonava insieme a Chet. Da quelle esperienze nasce l'idea di un progetto in omaggio al grande trombettista, ora portato sul palcoscenico della Salle Garnier di Monaco in veste sinfonica. L'Orchestre des Pays de Savoie diretta da Léo Margue si cimenta con queste composizioni che Del Fra, con grande sensibilità e fantasia, costruisce partendo dagli standards feticcio di Chet. Ne emerge il ritratto di un musicista che, grazie al suo strumento, riusciva a trascendere e sublimare l'inquietudine che lo attanagliava. Sfuggendo lo stereotipo dell'artista maledetto, Del Fra confeziona un omaggio sincero e toccante, arricchito da alcune sue composizioni originali di grande impatto come Moving People, nel quale una breve cellula origina un ostinato travolgente. Dal Jazz alla classica, dal passato alla contemporaneità, il Printemps des Arts conferma la sua vocazione eclettica, la forza di un progetto del tutto peculiare e pregno di vitalità.

Riccardo Cenci

28/3/2023