Barcellona
Aspetteremo altri venticinque anni?
Dopo ben ventisei anni è tornata al Liceu una prova meravigliosa del genio del Mozart più giovane (anni sedici…), Lucio Silla. Forse il rimorso ha fatto sì che torni con tutti gli onori, due compagnie diverse e ben undici recite (penso purtroppo che sarà stato piuttosto pensando ai prossimi venticique-trent'anni fino alla prossima). La bacchetta era sempre quella, autorevole e precisa (forse un po' priva di fantasia) di Harry Bicket. Lo spettacolo portava la firma di Claus Guth che si dava da fare (qualche volta troppo, particolarmente durante le lunghe arie) per evitare ad ogni costo la ‘noia' del pubblico... che non sembrò annoiato per niente – anzi, i cellulari sonarono solo un paio di volte durante le due repliche che ho visto.
Bellissime le luci di Manfred Voss e le proposte di ‘attualità' talvolta tirate per i capelli: difficile vedere in Silla un dittatore attuale o moderno, un ipocrita dal doppio linguaggio. Forse ci piacerebbe, ma né libretto né musica, né ideologia dell'epoca lo consentono.
Kurt Streit è stato un protagonista eccezionale, di gran lunga superiore alla corretta prova fornita da Alessandro Liberatore, sia come cantante che come attore (il giovane italiano deve risolvere il passaggio verso la zona acuta perchè in una parte piuttosto centrale ha dei problemi perfino nei recitativi, e ‘spinge' troppo). Patricia Petibon, applauditissima Giunia, non sempre presenta una linea di canto pulita e per così dire ‘ortodossa' (soprattutto nelle agilità), ma canto e interpretazione di grande intensità le fanno vincere questa prova difficile. E un piacere avere nell'altra compagnia una cantante un po' leggera per la parte (di fatti i gravi si sentivano poco ed erano sordi) ma dalla perfezione tecnica e stilistica di Laura Aikin, buona attrice anche ma non una ‘tragica'. La sorella del dittatore, Celia, una figura deliziosa con delle arie paradisiache, veniva ottimamente resa da Ofelia Sala ma anche da María José Moreno (una voce di maggior peso di quella della meravigliosa Sala, ma che stranamente suona molto meno in centro e grave). Silvia Tro Santafé dimostrava grandi qualità come Cecilio, nonostante un timbro poco omogeneo e chiaramente aspro in zona acuta, mentre Marina Comparato, con una voce molto più uguale e più ‘lirica', cantava benissimo ma con minore determinazione. Antonio Lozano è stato per tutte le repliche Aufidio, che cantava e interpretava benissimo (l'unica sua aria non è facile e le due volte evidenziava una musicalità ineccepibile e anche un bel timbro). Il personaggio più problematico è stato in entrambi cast Cinna. Iano Tamar ha una figura ideale ma il suo canto passa per un momento di molte difficoltà – non so se definitivo. Inga Kalna è bravissima nel canto di coloratura (particolarmente nell'ultima sua aria, nella prima presentava anch'essa un'intonazione dubbia), ma la voce si fa metallica man mano che sale e il colore è poco grato; si tratta comunque di un interprete che si butta nella parte. Il pubblico non riempiva del tutto la sala ma accoglieva festosamente tutti dopo quasi quattro ore di musica.
Jorge Binaghi
7//72013
La foto del servizio è di Antonio Bofill.
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