Barcellona
Un concerto di Anna Netrebko
Dopo l'assenza per malattia alle due recite in concerto de Il Trovatore qui stesso al Liceu la diva russa è ritornata per uno di quei rari concerti con pianoforte che ha chiamato ‘Jour et nuit' e che presenterà anche in altre città europee. Su una base di canzoni russe, più o meno note, di autori dell'Ottocento-Novecentro si aggiungono altre (e qualche aria o duetto) francesi e tedesche. Perfino una 'Mattinata' di Leoncavallo che chiude la prima parte e che personalmente trovo che stia come cavoli a merenda, ma che al pubblico piace. E siccome la precedente era di Frank Bridge, che figurava meglio nel programma di Di Donato, allora…
Ovviamente quasi tutte le melodie avevano per soggetto il titolo del concerto, o assimilabile, con una prima parte per il giorno e una seconda per la sera-notte. Ma personalmente mi si faceva difficile da seguire l'andirivieni fra autori, lingue, stili. Se mi trovo un Richard Strauss tra Rimski e Debussy, e nella seconda tra Rachmaninov e Fauré (non ho capito una parola di ‘Après un rêve') vedo il parallelismo formale ma non altro.
Perfino quando si trattava della stessa lingua e periodo, il povero Debussy de 'Il pleure dans mon coeur' faceva le spese di fronte a 'Depuis le jour' (l'unica aria famosa della Louise de Charpentier, risolta in modo ammirevole)... ma se poi seguono due pezzi di Cajkovskij...
Comunque sia la voce era in grande forma, brillante, sempre un po' troppo di petto il grave, ma non c'era un minimo sforzo nell'emissione e i famosi pianissimi rispondevano all'appello. Naturalmente è stata praticamente inappuntabile nei brani di sua terra, e in particolare nella celebre 'Non tornarmi a cantare' di Rachmaninov, dove interveniva anche il giovane valente violinista Giovanni Andrea Zanon, che l'accompagnava anche in 'Morgen' di Strauss. Nelle altre due pagine operistiche (due duetti con il mezzosoprano Elena Maximova)risultava il timbro più scuro di quello del mezzo nel duetto di Lisa e Polina dall'atto primo da La dama di picche, mentre invece nel secondo (l'arcinota 'barcarolla' da I racconti di Hoffmann) le cose si muovevano più d'accordo con le categorie delle rispettive corde (non saprei dire quale sia stato il valore aggiunto di un globo-stella di quelli che si vedono ai McDonald's per i compleanni, ma visti i gusti del soprano...).
Forse la cosa più interessante è stata l'aria di Elizabeth da The Ballad of Baby Doe di Douglas Moore. Alla fine, davanti un pubblico folto e plaudente, ci ha offerto tre extra, tra cui spiccava il non facile Il bacio di Arditi con tutte le agilità a posto ma senza sovracuto finale e tanti baci per il pubblico. L'ultimo, 'Cäcilie' di Strauss, non la trovava nel miglior momento e comunque non faceva scordare altre versioni odierne. L'accompagnava tutto il tempo con grande sicurezza Pavel Nebolsin, in sostituzione di Malcolm Martineau, che non è venuto e ad alcuni magari piacerebbe sapere il perché.
Jorge Binaghi
9/2/2021
La foto del servizio è di Antonio Bofill.
|