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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Novelle a colazione

di Felice Cultrera

Dopo due volumi di poesie ed un romanzo, che nel passato hanno riscontrato vasti consensi sia da parte del pubblico che della critica, Felice Cultrera adesso offre ai suoi lettori ed estimatori un fiorilegio di racconti dal titolo Novelle a colazione, pubblicato nell'elegante veste tipografica curata dalla casa editrice siciliana Agorà.

Con il suo stile sobrio, fluido, sempre elegante e raffinato, l'autore ripercorre nelle sue storie tragitti di vita vissuta, percorsi umani dai quali trasuda una lungimiranza ed una saggezza dovuta non ad acquisizioni intellettuali, elucubrazioni psicologiche od epifanie spirituali, ma solo e solamente ad una semplice elaborazione e razionalizzazione delle proprie esperienze, delle gioie, dei dolori, dei successi, delle delusioni, delle esaltazioni e delle trafitture che l'esistenza nella sua alterna dialettica gli ha riservato.

L'ennviroment ha due riferimenti quasi fissi che sono la Sicilia ed in particolare la città di Catania e la città di Marbella in Spagna. Mentre invece variano parecchio le atmosfere socio culturali per cui si trapassa agevolmente da quella aristocratica a quella proletaria, da quella medio e piccolo borghese al Jet set internazionale, in una fantasmagoria di tipi umani che si intersecano, si avvicendano e si affaccendano su quell'immane palcoscenico che è la vita quotidiana. Così Felice Cultrera dipana e tesse la sua “Commedia umana”, attraverso la quale ricostituisce e ricostruisce il suo viaggio interiore ed esteriore, il suo ductus onnicomprensivo logico, gnoseologico, fenomenologico e antropologico del proprio viaggio esistenziale.

Alcuni passi dei suoi racconti suonano quasi come ammonimenti gnomici, come risulta in modo palese da un brano tratto da “Riciclaggio con…Dash”: «L'invidia, sottile e malefica come la bava di un ragno tesse la tela della trappola, la trama del suo rancore, nell'attesa dell'insetto da divorare. L'invidia è la luce maligna dei mediocri, il pane – veleno offerto alla mensa quotidiana delle nullità, è il vino del risentimento che ottenebra le menti dei miserabili». Nel volume sono anche rinvenibili antichi detti siciliani, vecchi aforismi, passate nenie e filastrocche, perle di un'antica saggezza di cui al giorno d'oggi si è persa perfino la memoria. Di particolare languore e dolcezza in tal senso ci è parso il tenero e commovente racconto breve “Uccellino vola e…va” dedicato alla memoria di un bambino morto prematuramente e che contiene un'arcaica cantilena, una tipica e struggente ninna nanna isolana di raro fascino!

L'incedere della scrittura di Felice Cultrera si può certamente inserire nell'alveo della migliore tradizione letteraria siciliana che si dipana da Vitaliano Brancati a Elio Vittorini, da Leonardo Sciascia a Gesualdo Bufalino, da Ercole Patti a Sebastiano Addamo, ove lo scavo dell'animus di quella “Sicilitudine” che affiora, pur in una contemporaneità storica certo più vicina al nostro vissuto e nella fase iniziale del terzo millennio, ma con ancora tutte le sue eterne contraddizioni e le sue irrisolvibili antinomie, con tutti i suoi pregi e con tutti i suoi difetti.

Infine possiamo notare, anche con una certa soddisfazione interiore, come in parecchi racconti non manchino neanche fiere condanne, dolenti ammonimenti e dure reprimenda, su taluni aspetti della realtà amministrativa e socio-politico italiana in generale e siciliana in particolare, le quali oltre ad apparire sicuramente valide e pertinenti sono in grado anche di offrire serio oggetto di meditazione e riflessione alle più giovani generazioni!

Giovanni Pasqualino

5/11/2016