Oedipus Rex a Ferrara Musica
Uno dei più interessanti concerti della Stagione di Ferrara Musica è stato quello dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Juraj Valcuha, nel quale sono stata eseguiti l'opera Oedipus Rex di Igor Stravinskij e la Sinfonia n. 1 di Sergej Prokof'ev.
Edipo re è un'opera-oratorio in due atti eseguita per la prima volta in concerto a Parigi il 30 maggio 1927 al Théâtre Sarah Bernhardt con la direzione dell'autore stesso. Le prime rappresentazioni in forma di concerto furono a Vienna il 23 e a Berlino il 25 febbraio del 1928. Per precisione un'anteprima fu eseguita al pianoforte sempre a Parigi la sera del 29 maggio nel salone della Principessa Winnaretta Singer Edomnd de Polignac, amica e mecenate di giovani compositori. Il testo fu scritto da Jean Cocteau, amico personale del compositore, poi tradotto in latino da Jean Daniélou, ed è ispirato all'omonima tragedia di Sofocle. La scelta del latino fu determinata dal fatto che Stravinskij considerava la sua lingua madre, il russo, ormai impraticabile, mentre altre lingue europee tipicamente operistiche, il francese, il tedesco e l'italiano, gli erano estranee. Lo spartito è da considerarsi di fondamentale rilevanza nel periodo cosiddetto “neoclassico” di produzione musicale di Stravinskij, dal quale deriva il soggetto antico, la lingua latina e la forma oratoriale. Dopo la revisione del 1948 vi è la consuetudine di rappresentare l'oratorio in forma scenica; alcuni sostengono che in tale versione si perde il senso della sacralità dell'idea originale. Personalmente penso che ciò dipenda sempre dalla concezione drammaturgica che il regista adotta, e considerando le attuali produzioni operistiche ritengo che forse la forma concertistica sia da preferire anche in considerazione che c'è la presenza di un narratore, solitamente un attore, che sarebbe difficile inserire in uno spazio scenico. Nei pezzi chiusi che compongono Oedipus Rex, sedici sezioni musicali, il compositore coniuga l'ispirazione di modelli musicali molto diversi, attingendo a stili inglesi, italiani e russi, i quali hanno come comune denominatore un ritmo ispirato dal classicismo metrico.
Juraj Valcuha, direttore stabile dell'Orchestra Rai fino al prossimo ottobre, ha instaurato da tempo un rapporto speciale con l'orchestra, entrambi hanno prodotto in questi anni vertici artistici di assoluta rilevanza, il complesso Rai si conferma uno dei migliori complessi sinfonici italiani. La sua direzione nel lavoro di Stravinskij è stata solida, di grande spessore drammatico, tersa e particolarmente incisiva nel racconto. Una lettura che voleva seguire un racconto unitario, pur nella suddivisione, un affresco neoclassico di forte emozione e vitale dinamismo, contrassegnato da colori e respiro musicale di eccezionale valore. Al pari la grande performance del coro Filarmonico Ceco di Brno istruito da Petr Fiala.
Molto buono il cast radunato. Brendel Gunnell, il protagonista, tenore chiaro ma molto musicale ha saputo rendere un protagonista molto efficace valorizzando espressivamente il dramma interiore dell'uomo. Rundel trova in questo repertorio un terreno molto appropriato per le sue caratteristiche vocali, voce molto precisa, anche se non in possesso di armonici particolari, che lo vede molto superiore rispetto alla sua recente prova mozartiana a Venezia.
Stupefacente la Giocasta di Sonia Ganassi, che si confronta in un repertorio quasi mai frequentato. L'intuito artistico e musicale della cantante le ha permesso di valorizzare con vigore un personaggio credibile, molto drammatico e teatrale. Marco Mimica si ritaglia un personale successo nel ruolo di Creonte potendo valorizzare lo spartito con una voce ferma, rotonda e imponente. Alfred Muff era un professionale Tiresia e Matteo Mezzaro un bravissimo pastore. Presenza eccezionale quella di Toni Servillo quale narratore, che ha recitato i suoi interventi con una classe superlativa, istrionica e statuaria.
Nella prima parte è stata eseguita la Sinfonia n. 1 in Re Magg. Op. 25 denominata “Classica” di Sergej Prokof'ev. Composta nel 1917 quando il musicista ebbe l'idea di scrivere uno spartito nello stile di Haydn (il “padre” della sinfonia) pertanto classico nella struttura. Anche in questo caso le lodi si sprecano, il direttore ha saputo forgiare l'ottima orchestra in una lettura sciolta e brillante, rifinita nel ritmo e nei dettagli delle sonorità cui va aggiunto un arguto fraseggio.
Successo trionfale al termine dell'esecuzione, senza intervalli, da parte di un folto pubblico che gremiva il Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara.
Lukas Franceschini
23/4/2016
La foto del servizio è di Marco Caselli Nirmar - Ferrara Musica.
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