RECENSIONI
-

_ HOMEPAGE_ | _CHI_SIAMO_ | _LIRICA_ | _PROSA_ | _RECENSIONI_| CONCERTI | BALLETTI_|_LINKS_| CONTATTI

direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Don Giovanni

alla XXIV edizione delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico

La XXIV edizione delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico ha in programma anche alcune rappresentazioni del dramma giocoso di Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni, su libretto di Andrea Da Ponte.

La manifestazione vicentina è creata dal M.o Giovanni Battista Rigon, il quale ci ha abituato nel proporre versioni particolari delle opere allestite. Ricordo ad esempio la versione di Vicenza de L'italiana in Algeri di Rossini e la versione in italiano de Il ratto del Serraglio di Mozart approntata per la Scala e mai rappresentata. L'ottima preparazione musicale di Rigon è intervenuta anche nell'odierna manifestazione, si rappresenta un'opera di conclamato repertorio ma è stata scelta la versione di Vienna del 1788. Di prassi in teatro si esegue una versione ibrida che racchiude pagine sia viennesi sia di Praga, ove il dramma fu rappresentato in prima assoluta. Le differenze non sono moltissime, è omessa l'aria di Don Ottavio “Il mio tesoro intanto” poiché ol tenore viennese differenziava vocalmente dal collega di Pragra; nel secondo atto è aggiunto il duetto “Per queste tue manine” comunemente soppresso e di rarissima esecuzione teatrale. Infine il finale: è comune credere che a Vienna l'opera terminasse con la scena Commendatore-Don Giovanni, senza il concertato degli altri interpreti sulla morale “di chi fa il mal”. Studi e supposizioni hanno confermato tale prassi ma anche che un dramma buffo non potesse non avere una sorta di finale lieto, pertanto la scelta è stata quella di eliminare il duettino tra Don Ottavio e Donna Anna ed eseguire, con alcune battute di raccordo, il coro finale “Questo è il fin di chi fa il mal”. Altra peculiarità è di affidare allo stesso cantante il ruolo di Masetto e del Commendatore, come fu nel Settecento.

Un Don Giovanni non convenzionale pertanto, ma dobbiamo anche considerare che era prassi del sette-ottocento fare interpolazioni e tagli a discrezione degli esecutori e del direttore, e nel complesso questa versione non toglie nulla al capolavoro di Mozart, semmai aggiunge uno squarcio diverso alla prassi e con il pregio di ascoltare in teatro il duetto sopra citato.

Come per Così fan tutte dello scorso anno, è stato richiamato Lorenzo Regazzo ad assolvere il compito del regista, lui che quale cantante di Don Giovanni ne ha eseguito un buon numero. Regazzo mette molta carne al fuoco in questa lettura per alcuni versi molto interessante, per altri un po' stereotipata. Funziona il degrado morale in cui è ambientata la vicenda, i nostri personaggi, visti anche oggi, non sono certo esempio di moralità, ma stride a mio vedere far intendere l'incesto tra Donna Anna e il Commendatore. Don Giovanni è un mito, sia letterario sia musicale, sia nel comune pensiero, e tale deve restare. Il mito poi non è certo impersonato solo da un “finto” Superman la cui cena è a base di sostanze stupefacenti. Quest'impostazione è credibile se, come il regista ha voluto esprimere, noi consideriamo Don Giovanni l'attuale comune mortale glorificato dalla televisione, ad esempio i reality, e pertanto la sua sovraeccitazione e una buona dose di autostima non è in se stesso ma costruita da altri. Tra questi il servo Leporello, il quale staccandosi dal servitore gretto e cialtrone, diventa quasi un maggiordomo inglese, altero, professionale, rispettoso dell'etichetta, ma nel coordinare Don Giovanni potrebbe sfogare le sue più irrefrenabili voglie. Gli altri ruotano attorno, soprattutto le donne, le quali possono essere identificate nelle isteriche fans di un belloccio di oggi, e l'ingenuità maschile è indicativa nel grullo Masetto che preferisce un giochino elettronico al “gioco voglioso” di Zerlina. Nel finale sarà lo stesso Leporello, creatore del mito, a sopprimere la sua creatura. La lettura funziona ed è ben chiara, tuttavia non è nuova, nemmeno originale e spesso, solo per mio gusto personale, non particolarmente accattivante. In tale ottica funzionano a meraviglia i costumi moderni di Maria Elena Cotti, e i pochi oggetti consentiti all'interno del Teatro Olimpico, i quali sono coerenti con la visione: una televisione, una poltrona “trono” rosso fiammante, e qualche tappeto.

Giovanni B. Rigon ha particolare predisposizione con lo spartito e anche in quest'occasione la bacchetta ha funzionato al meglio. Il direttore ha impresso un ritmo musicale rilevante, con particolare equilibrio dei generi, drammatico e comico, forgiando l'orchestra in un suono di assoluto pregio, calibrato e misurato in freschezza meritevole di plauso. Ho potuto osservare con piacere la continua evoluzione in crescita dell'Orchestra di Padova e del Veneto, in quest'occasione al meglio di quanto ascoltato finora.

Il cast rispondeva con precisione al dettame registico, riuscendo nell'insieme una forma teatrale di grande efficacia. Luca Dall'Amico, Don Giovanni, ha molte carte in regola per essere un buon protagonista, accento, versatilità, padronanza scenica, avesse dalla sua anche un fascino vocale più raffinato sarebbe ideale. Giovanni Furlanetto, Leporello, si è ben adattato ad una calibrata e sobria interpretazione, abbinata ad un'apprezzabile musicalità. La Donna Anna di Anna Viola dimostrava impeto e volume ma non era a suo agio nei passi d'agilità risolti con tecnica non raffinata. Migliore l'aggressiva ed “isterica” Donna Elvira di Arianna Vendittelli, particolarmente sicura nel fraseggio e con acuto facile e ben calibrato. Bravo Matteo Macchioni, Don Ottavio, virile e dalla buona linea di canto sempre perfettamente intonato. Frizzante, ironica e ben cantata la Zerlina di Minni Diodati. Particolare menzione per Abramo Rosalem, nel doppio ruolo del Commendatore e Masetto, capace di piegare un pregevole organo vocale alle diverse caratterizzazioni dei personaggi, con bellissimo pathos musicale. Il Coro Iris Ensemble ha ben figurato nei brevi interventi con precisione.

Sempre degne di nota ed interesse musicale le proposte delle Settimane Musicali di Vicenza, dove un teatro gremito al termine ha decretato un autentico successo a tutta la compagnia. Attendiamo la “novità” del prossimo anno.

Lukas Franceschini

17/6/2015

Le foto del servizio sono di Luigi De Frenza.