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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

La Traviata di Verdi a Taormina

curata dal Sicilia Classica Festival

Il Sicilia Classica Festival di Taormina, giunto oramai alla sua quarta edizione e diretto da Nuccio Anselmo, ha messo in scena il 1° agosto 2021 presso il Teatro Antico di Taormina l'opera La Traviata di Giuseppe Verdi, con il patrocinio dell'Assessorato Turismo Sport e Spettacolo e dell'Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana, dell'Assemblea Regionale Siciliana, e con il patrocinio del Comune di Taormina, del Parco archeologico di Naxos e del Comune di Terrasini.

La rappresentazione dell'opera è stata preceduta del Premio Sicilia Classica Festival assegnato quest'anno al soprano palermitano Desirée Rancatore per festeggiare i suoi venticinque anni di carriera nel mondo dell'opera lirica. Il soprano per l'occasione ha offerto al pubblico l'esecuzione del brano Je veux vivre dans le rêve tratto dall'opera Roméo et Juliette di Charles Gounod. A consegnare il premio il sindaco di Terrasini e il direttore artistico Nuccio Anselmo.

Diciamo subito che la regia di Salvo Dolce, per quanto scarna ed essenziale, riusciva proprio per questo a evidenziare i più reconditi significati sociali e psicologici di un'opera che di fatto esalta la forza d'animo, il sacrificio e l'abnegazione di una donna in contrasto con l'ipocrita conformismo e perbenismo sociale che di fatto ne soffocherà e distruggerà l'esistenza. A rinforzare tale impostazione contribuivano i festosi costumi di Fabrizio Buttiglieri, e le magnifiche luci di Gabriele Circo. Davvero coinvolgenti le coreografie ideate da Stefania Cotroneo che riuscivano a creare un vero e proprio sfavillante caleidoscopio di movenze sia nella danza delle zingare che in quella subito successiva di Gastone e Mattadori.

Il soprano Maria Francesca Mazzara, nel ruolo di Violetta Valéry, dopo un inizio alquanto incerto e dominato forse dall'emozione, si è pian piano sciolta e ha dimostrato di possedere una voce pastosa, lunga e dal delicato fraseggio, oltre a una prestanza scenica notevole che si è manifestata appieno nel terzo atto. Buona anche la prova del tenore Alberto Profeta nella parte di Alfredo Germont, che evidenziava assieme alla potenza vocale anche soave morbidezza e delicato uso della mezza voce. Forse una maggiore attenzione alla copertura degli acuti estremi non avrebbe guastato alla sua partecipata interpretazione. Francesco Vultaggio nella parte di Giorgio Germont si è rivelato forse più un baritono cantabile che un baritono lirico-drammatico, come richiesto dalla parte, tuttavia la sua prestazione si è rivelata sicuramente all'altezza sia per una dizione sempre limpida e chiara sia per l'uso di un fraseggio sempre appropriato e consono alla parte. Valentina Vinti (Flora), Ester Gabriella Ventura (Annina), Francesco Ciprì (Gastone), Alberto Crapanzano (Barone Douphol), Claudio Mannino (Marchese D'Obigny), Davide Marcon (Dottore) se la sono cavata tutti con buona professionalità.

Segnaliamo anche che l'opera è stata presentata, come si dice in gergo teatrale “con tutti i tagli aperti” per la gioia dei filologi (se si può parlare di filologia in senso stretto nel campo della musicologia). Pertanto tale esecuzione viene ascritta a merito di Alessandra Pipitone che ha diretto l'Orchestra Filarmonica della Sicilia e il Coro Lirico Mediterraneo con compostezza, equilibrio, correttezza e giusto stacco dei tempi. La conduttrice ha saputo ben dare all'intera partitura coerenza, discorsività, fluidità in ossequio ai dettami del grande bussetano. Qualche piccolissima defaillance abbiamo notato, specie nell'interpretazione della sezione violini nel corso del Preludio del 3° atto, ma quasi sicuramente dovuta al tasso di umidità presente nell'aria!

Il pubblico presente ha applaudito in modo caloroso nel corso dell'intera rappresentazione.

Giovanni Pasqualino

3/8/2021

La foto del servizio è di Giuseppe Bellomare.