RECENSIONI
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Otello di Giuseppe Verdi

al Teatro Filarmonico di Verona

La Stagione Lirica al Teatro Filarmonico prosegue con Otello di Giuseppe Verdi, che ritorna sulle scene veronesi dopo ventotto anni d'assenza. Lo spettacolo, in coproduzione con il Teatro la Fenice, fu allestito per l'inaugurazione del teatro veneziano nel 2012. La regia è di Francesco Micheli, le scene di Edoardo Sanchi, i costumi di Silvia Aymonino. Nel complesso non si possono che riconfermare i giudizi sommariamente positivi espressi in occasione della prima veneziana.

Le scene essenziali ma ben disegnate erano sviluppate su un cubo rotante al centro che fungeva alle diverse ambientazioni. L'aspetto che prevale è in parte claustrofobico ma in piena linea con gli sviluppi psicologici della vicenda. Costumi di grande fattura e cromaticità, anche se non effettivamente d'epoca, ma la visione era ottima. La regia di Micheli focalizza alla perfezione il meschino gioco di Jago che manipola e stravolge personaggi e situazioni. La sua presenza fissa in scena rende ancor più credibile tale lettura, cui va aggiunta la caratterizzazione viscida e demoniaca del ruolo. Otello è visto come l'eroe perdente di fronte al dramma del tradimento, gli altri personaggi sono ben delineati. Qualche dubbio desta la trovata di far apparire il coro che tiene in mano delle miniature di vascelli (probabilmente si evoca?), una situazione ibrida e non efficace teatralmente. Altri dubbi si ravvisano nella presenza di un coro tutto vestito in abiti maschili e l'uscita di scena di entrambi i protagonisti defunti che s'incamminano in un ipotetico eden, consci del reciproco sentimento. Il regista sorveglia con garbo tutta la vicenda, scovando ogni minuzioso particolare d'effetto, questo è un gran pregio, e cerca nei limiti della fonte di rendere il personaggio di Desdemona più vitale come donna. Meno sfaccettato il personaggio protagonista. Bellissimi i velari con impressi simboli veneziani di una storica Repubblica imperante, che rendono ancor più emozionanti molte scene d'assieme.

Sul podio c'era Antonino Fogliani, al suo debutto con lo spartito verdiano. La sua lettura è molto cesellata, ricca di particolari, e trova un'efficace narrazione drammaturgica. Tuttavia, spesso si sono avvertite delle sfasature con il palcoscenico, e un protagonista mediocre ha compromesso punti di forte impatto musicale. Si presume che per venire in soccorso ad alcuni cantanti siano mancati un accento e una scansione di colori più incisivi. L'orchestra assolve il suo compito con valida professionalità, altrettanto il Coro istruito da Vito Lombardi e particolare menzione per il Coro di Voci Bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.

Protagonista era Kristian Benedikt, il vero tallone d'Achille della produzione. Anche se il cantante lituano frequenta da anni e con numerose recite il ruolo, la sua prestazione è molto mediocre per mancanze sia vocali, la voce non particolarmente bella è spesso nasale e poco duttile, sia dal punto di vista interpretativo, il fraseggio è dozzinale e limiti nel settore acuto sono accomunati da soventi forzature. Tuttavia, è doveroso riconoscergli delle intenzioni volenterose, che però non superano il limite della sufficienza. Molto positiva la prova di Monica Zanettin, Desdemona, interprete molto raffinata nel gusto musicale, sempre controllata, capace di rilevanti scansioni di colore e ottimo fraseggio. Inoltre, interpretativamente ha tracciato una Desdemona vigorosa e di forte impatto teatrale. Lo Jago di Vladimir Stoyanov ha dimostrato la consueta professionalità, accomunata da una prova vocale meritevole di plauso, morbida e ben rifinita nel complesso, anche se dal valido cantante ci si sarebbe aspettata una più incisiva scansione del fraseggio che resta in parte un suo limite.

Molto apprezzabile il cast nelle parti secondarie, a cominciare dal bravo Mert Sungu, Cassio, al preciso Francesco Pittari, all'appassionata e sensibile Emilia di Alessia Nadin. Romano Dal Zovo era un Lodovico di lusso, Nicolò Ceriani, e Giovanni Bellavia, Montano e un araldo, professionali interpreti.

Teatro esaurito in ogni ordine di posto, il titolo è sempre molto gradito dal pubblico, il quale al termine ha riservato un particolare e caloroso successo a tutta la compagnia, con particolari ovazioni per la signora Zanettin.

Lukas Franceschini

13/2/2018

Le foto del servizio sono di Ennevi-Arena di Verona.