RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Un concerto tutto “alla russa”

al teatro greco-romano di Catania

Venerdì 18 agosto la cavea del Teatro Antico di Catania ha risuonato di musiche di autori russi. Nella prima parte del concerto è stata eseguita Una notte sul Monte Calvo di Modest Mussorgsky, brano oramai famoso in tutto il mondo anche perché utilizzato come commento di un suggestivo episodio del film Fantasia di Walt Disney. In esso viene descritto il raduno di streghe e di demoni in onore del diavolo (sabbah), che secondo certe credenze popolari si svolge ogni anno nella notte di S. Giovanni (24 giugno) sul Monte Calvo, rilievo nelle vicinanze della città di Kiev.

L'esecuzione della Palermo Classica Symphony Orchestra, guidata in modo versatile da Francisco Maestre, pur evidenziando chiarezza di suono e accurato controllo della dinamica fonica, non ha impresso l'adeguato colore inquietante e perturbante di evocazione spettrale, satanica e diabolica che dovrebbe distinguere la travolgente e vorticosa partitura il cui finale si acquieterà nella serenità di un'alba foriera di luce e pace atte a fugare e sconfiggere insieme alle tenebre notturne le forze del maligno.

Più definita e rifinita nei suoi arabeschi sonori e nei suoi languidi e struggenti temi si rivelava l'interpretazione della Suite op. 20 tratta dal balletto Il lago dei Cigni di Pëtr Il'ic Cajkovskij, che non fu messa assieme dall'autore, e comprendente solitamente sette brani ordinati in maniera più o meno libera. Essi sono l'Introduzione al prologo che musicalmente prepara il contenuto della leggenda delle donne trasformate in cigni; il Valzer che anima la festa del primo atto al castello; la Danza dei cignetti tutta scoppiettante che precede la Danza della regina dei cigni; la Scena che descrive il momento in cui il principe e Odette si dichiarano il loro amore ma devono separarsi al giungere dell'alba perché la donna deve tornare al lago per riassumere, secondo l'incantesimo, le sembianze di un cigno; la Danza Ungherese che si balla in una nuova festa al castello, durante la quale in principe dovrà scegliere la sua sposa, e la scena dell'Epilogo nella quale viene descritta la disperazione di Odette che si crede tradita e l'arrivo del principe che le confermerà il suo amore.

Dedicato al dottor Dahl, che aveva curato Sergej Rachmaninov durante la crisi depressiva sopravvenuta in seguito all'insuccesso della Prima Sinfonia, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore op. 18 è forse quello più eseguito e sicuramente più noto e celebre dei quattro concerti per piano e orchestra scritti dal versatile compositore. Ad affrontare la perigliosa e ardua parte solistica è stata Sofia Vasheruk, artista sicuramente dotata di una tecnica efficiente e di una sensibilità raffinata. La sua lettura si è rivelata molto personale anche se abbastanza fedele al dettato dell'autore, peccando solo in alcuni passaggi di opacità di fraseggio e carenza di chiarezza. Anche l'uso del pedale, forse a causa dei tacchi molto alti (spesso la moda è nemica dell'arte) non è stato sempre efficace e rifinito. Buono anche nel secondo tempo il supporto fornito dalla Palermo Classica Symphony Orchestra condotta con estremo garbo e discrezione dal diligente Francisco Mestre.

Ai calorosi consensi e agli infiammati applausi del pubblico convenuto nella splendida cavea, sotto la quale scorre inesorabile da secoli una vena del fiume Amenano, sussurrante e mormorante come un arcano profondo bordone, la dotata pianista moscovita ha risposto con un encore di grande impatto emotivo: il Notturno di Chopin in do diesis minore opera postuma, pagina che ha confermato le sue doti di sensibile e dotata interprete.

Giovanni Pasqualino

19/8/2017