Incontro con
Jacopo Sipari di Pescasseroli
Finalmente un segno in controtendenza e che riconosce anche i giovani in Italia la possibilità di ricoprire ruoli importanti. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Festival Pucciniano ha nominato il Maestro abruzzese Jacopo Sipari di Pescasseroli, trentenne, Direttore Principale Ospite e Responsabile per gli eventi speciali del Festival Pucciniano. Tale prestigiosa nomina, fortemente voluta dal Presidente della Fondazione, Maestro Alberto Veronesi, che già aveva chiamato Sipari come direttore per Nabucco di Giuseppe Verdi dell'autunno scorso, in occasione della nota rassegna operistica del Festival di Pompei, si inserisce nel momento di nuovo slancio e rinnovamento che il Presidente Veronesi, Music Director della Opera Orchestra of New York, già Direttore Principale della Shanghai Opera House e Primo Direttore Stabile della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari, sta compiendo a favore della valorizzazione della cultura musicale in Italia e all'estero.
Siamo riusciti a incontrare il giovane e talentuoso Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli per un breve confronto su questo importante traguardo.
Cosa rappresenta per la Sua carriera un riconoscimento come quello della Fondazione Festival Pucciniano?
È la realizzazione di un sogno. La possibilità di mettersi in gioco continuamente, di confrontarsi con immensi artisti, con un'eccezionale orchestra e con uno staff che ha reso il Festival una delle più importanti realtà musicali attuali, rappresenta un'occasione unica. Voglio ringraziare di vero cuore il Maestro Veronesi, tutto il CDA e il direttore generale Moretti per aver creduto in questo progetto.
Quali emozioni ha vissuto ricevendo la comunicazione ufficiale?
Mi sono profondamente commosso e ho subito pensato a quando, una mattina di Natale di ormai moltissimi anni fa, trovai sotto l'albero una piccola batteria rossa. Avevo tre anni. Ho pensato a tutti i miei anni di studio, alla grande fatica, alle partiture ma soprattutto alla musica, alla sua forza, al suo valore mistico, alla pace che regala alla mia anima. Ho pensato alla mia famiglia. Ho pregato. Ho sempre vissuto tutta la mia vita divisa tra un amore totalizzante per la musica e una fede incrollabile in Nostro Signore. Descrivere un momento del genere è impossibile: sarebbe più facile parlare della storia dei sentimenti della mia vita, da quella mattina di Natale, ormai così lontana ma, paradossalmente, così vicina.
Come onorerà tale nomina? Come apporrà la Sua firma sull'edizione 2016 del celeberrimo Festival Pucciniano?
L'impegno inizia immediatamente con la direzione di quella che è sempre stata la mia opera preferita, la prima che ho visto da piccolo, quella che mi ha fatto da subito amare il miracolo della musica: La Bohème nella prestigiosa rassegna Primer Festival Pucciniano de Latinoamerica della Repubblica del Nicaragua. Credo profondamente che accostarsi a un capolavoro del genere sia quanto di più ardito e allo stesso tempo quanto di più bello ci possa essere. Per gli altri impegni preferisco lasciare un po' di mistero. Posso però dirvi che vi aspetto a Torre del Lago…
Ritornando a La Bohème a Managua in Nicaragua, come interpreterà la magnifica partitura pucciniana?
È un'opera di una difficoltà mostruosa a cui mi sono sempre avvicinato con profonda umiltà e grande rispetto. Raccoglie innumerevoli stati d'animo, emozioni sensazioni che devono assolutamente essere evidenziati. Ogni personaggio gode di una profondità analitica non indifferente che viene esaltata da un tratteggio vocale eccezionale. L'orchestrazione profonda e intensa, ricca di forti slanci emotivi e di sofferenti colori atti a generare negli ascoltatori e negli stessi interpreti dei sentimenti indescrivibili, regala tutto il resto.
Annunziato Gentiluomo
7/2/2016
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