RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


Il pianista Claudio Bonfiglio

suona per la SCAM

La sera di martedì 22 aprile 2014, nella Sala Archi dell'Hotel Katane Palace di Catania, ha avuto luogo, per la stagione concertistica organizzata dalla S.C.A.M (Società Catanese Amici della Musica) il concerto del pianista Claudio Bonfiglio, ritornato nella sua città natale dopo avere mietuto molti validi riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale. In programma due pezzi difficili del repertorio pianistico, due pezzi che richiedono assieme alla sicurezza e padronanza tecnica non comune anche un mondo interiore ricco di visioni ed emozioni quanto mai complesse e profonde, che permettano all'esecutore di mettere in campo tutte le possibili sfaccettature della tavolozza fonica ricavabile da una tastiera.

Così il giovane talento etneo è riuscito a cogliere nella celebre sonata beethoveniana in fa minore op. 57 (Appassionata) tutto l'accorato pathos di cui essa è pervasa, pensandone a fondo e con congruenza ogni battuta, senza abbandonarsi mai alla casualità meccanica o alla consuetudine sonora del concertismo di routine. Piccolissime e davvero veniali alcune imperfezioni nei trilli non sempre fluidissimi dell'Allegro e nelle note ribattute della mano sinistra dello stesso primo movimento. Nell' Andante con moto del secondo tempo si percepiva forse qualche accento nelle quartine di biscrome, mentre l'Allegro ma non troppo filava liscio fino alla fine con qualche pianissimo forse che dava sul mezzo-forte. Stiamo parlando certo di lievissime sfumature, di piccoli nei dovuti certo più all'irruenza giovanile che ad altro.

La dovizia della sua tavolozza sonora si è manifestata appieno nei Quadri da un'esposizione di Modest Musorskij, pregevolissima composizione che attinge a piene mani dal folklore musicale russo e pietra di paragone di ogni pianista di forte e granitica tempra. Il bravo Claudio Bonfiglio ci è parso sicuramente molto più a suo agio nella suite di quindici brani, anche perché ha potuto mettere la sua vibrante e possente tecnica al servizio del colorismo fonico del compositore russo, certo più agguerrito di quello del collega di Bonn, anche perché privo di tutta l'appassionata sentimentalità romantica, certamente più distante nella percezione emotiva di un interprete tanto giovane e moderno quanto disinvolto ed esuberante.

Il concertista, ai numerosi e calorosi applausi dell'uditorio, ha risposto con una deliziosa esecuzione di uno studio di Chopin, confermando le sue alte capacità interpretative.

Giovanni Pasqualino

24/4/2014