Impeccabile virtuosismo
Al giorno d'oggi capita di ascoltare tanti giovani pianisti che al massimo potrebbero rientrare nell'ampia e indifferenziata schiera dei semplici riproduttori di note, cioè per usare un termine cacofonico ma che rende bene l'idea, di dattilofoni, che nulla riescono a penetrare e a comprendere realmente dell'essenza e dello spirito di un brano musicale. Per riprodurre in modo adeguato e appropriato una composizione musicale è necessario un interprete di caratura superiore, in possesso di grande sensibilità e musicalità, atte a ricreare e rendere appieno lo stato affettivo, psicologico, emozionale che ha dato vita alla concezione, creazione e realizzazione del brano, senza tralasciare la resa particolare dell'atmosfera e della temperie storico-culturale di cui esso è riecheggiamento e manifestazione.
Venerdì 2 febbraio al Teatro Bellini di Catania abbiamo avuto la fortunata ventura di ascoltare il pianista russo Dmitry Shishkin, artista di eccezionale tempra e altissima musicalità, che si è esibito in un programma che già sulla carta riusciva intrigante, vasto e allo stesso tempo elegante e raffinato. Così nella prima parte abbiamo potuto ascoltare l'esecuzione del Corale in Fa minore BWV 639 Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ di Johann Sebastian Bach, Prélude, fugue et variation in si minore op. 18 di César Franck, Dumka op. 59 "Scena rustica russa in do minore" e Scherzo à la Russe op. 1 n. 1 di Pëtr Il'ic Cajkovskij, Rapsodia ungherese n. 2 S 244 di Franz Liszt, mentre nella seconda parte affrontava composizioni tutte dedicate a suoi connazionali e cioè la Sonata n. 2 “Sonate-fantaisie” in sol diesis minore op. 19 di Aleksandr Nikolaevic Skrjabin, i Preludi n. 1, 3, 5 dell'op. 23 e i Preludi 5, 8, 10, 12 dell'op. 32 di Sergej Vasil'evic Rachmaninov e per finire la Sonata per pianoforte n. 2 in re minore op. 14 di Sergej Sergeevic Prokof'ev.
Il giovane e talentuoso interprete ha letteralmente estasiato e mandato in visibilio il foltissimo pubblico presente in sala e nei palchi, esibendo da subito limpidezza e pulizia assoluta di suono, padronanza tecnica sconfinata nell'esecuzione di ottave, doppie terze, doppie seste, scale, arpeggi, trilli e quant'altro. A tutto ciò era associato un accorto ed equilibratissimo uso del pedale di risonanza, congiunto ad un'ampia e variegata tavolozza di valori dinamici ed agogici resi con estrema naturalezza, disinvoltura, spontaneità, versatilità e aristocratica sprezzatura.
Ai calorosi applausi e alle reiterate ovazioni dell'appassionato uditorio Shishkin ha risposto con due entusiasmanti bis, il Valse-Caprice n. 6 di Schubert-Liszt e un'inebriante trascrizione realizzata da Volodos Arkady del celebre Rondò alla Turca di Wolfgang Amadeus Mozart.
Giovanni Pasqualino
3/2/2024
La foto del servizio è di Giacomo Orlando.
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