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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tra i colori di Respighi

A promuovere un certo rinnovamento nella musica strumentale italiana nei primi decenni del Novecento fu un gruppo di giovani compositori definiti come Generazione dell'Ottanta, proprio perché nati tutti intorno a tale data. Personalità di spicco di tale gruppo furono Alfredo Casella, Gianfrancesco Malipiero, Ildebrando Pizzetti e Ottorino Respighi, accomunati nella medesima volontà di rivivificare e rivitalizzare la tradizione strumentale nazionale. Ottorino Respighi in particolare, rifuggendo dalle novità linguistiche che appassionavano la vita musicale di quegli anni come politonalità, atonalità, dodecafonia, saprà trovare una sua connotazione creativa e stilistica contaminando il suo linguaggio tramite un'intelligente riproposizione delle profonde radici che pescavano nel canto gregoriano e nella modalità rinascimentale italiana, pur muovendosi sempre all'interno dell'armonia tonale tradizionale basata sui concetti di centro tonale, di modulazione, di funzioni armoniche.

Il concerto di sabato 15 aprile (replica il 16) che ha avuto luogo al teatro Bellini di Catania è stato interamente dedicato ad alcune pagine sinfoniche del compositore felsineo: Vetrate di chiesa, Impressioni brasiliane e I Pini di Roma. Riguardo la prima composizione si tratta di una trascrizione per orchestra dei Tre preludi su melodie gregoriane per pianoforte con l'aggiunta di un quarto quadro, vale a dire: La fuga in Egitto, San Michele Arcangelo, Il mattutino di Santa Chiara e San Gregorio Magno. Va ricordato per coloro che amano le curiosità storiche che l'ultimo mezzo minuto del 4° movimento veniva sempre utilizzato dal gruppo rock Emerson Lake e Palmer come sigla finale dei loro concerti live.

Seguivano Impressioni brasiliane (in origine Suite brasiliana): Notte tropicale, In Butantan, canzone e danza. Concludeva il concerto I pini di Roma nei suoi quattro tempi: I pini di villa Borghese, Pini presso una catacomba, I pini del Gianicolo, I pini della via Appia.

Carminati è riuscito a far emergere tutta la bellezza del colore orchestrale che si sprigiona dalle creazioni sinfoniche respighiane, alle quali non manca certo l'impronta infusa alla sua creatività dal grande Nikolaj Rimskij Korsakov, compositore con il quale l'italiano studiò per un semestre quando si trovava in Russia, guidando l'orchestra del nostro teatro con estroversa grinta e accortezza. La sua gestualità ampia, comunicativa, morbida e allo stesso tempo brillante e rifinita fin nei minimi particolari, riusciva a creare sonorità quanto mai seducenti e avvolgenti. E' risultato manifesto che Respighi rimane uno degli autori non solo prediletti da Carminati ma molto vicini al suo mondo interiore sia intellettuale che emotivo. Ai calorosissimi consensi del pubblico presente egli ha risposto con due bis riproponendo i brani I Pini della via Appia ed il terzo movimento di Impressioni brasiliane.

Giovanni Pasqualino

16/4/2023

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.