RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

9/4/2016

 

 


 

Intervista al soprano

Anna Pirozzi

Dopo il successo delle rappresentazioni del Macbeth di Palermo abbiamo incontrato nella capitale siciliana il soprano drammatico di coloratura Anna Pirozzi, la quale, anche per il suo avanzato stato di gravidanza, ci ha potuto concedere una breve ma a nostro parere significativa intervista:

Signora Pirozzi, in quale personaggio del melodramma lei si sente perfettamente a suo agio sia vocalmente che scenicamente?
Indubbiamente Leonora del Trovatore: è una donna forte e coraggiosa ma al contempo la sua musica è ricca di oasi di intenso lirismo. La adoro così tanto che ho dato il nome di Leonora a mia figlia.

Potrebbe indicarmi un’opera lirica non ancora da lei interpretata che le piacerebbe affrontare? E perché?
Di opere non ancora interpretate c'è n'è più d'una. Sicuramente Don Carlo per la maturità vocale e drammatica che bisogna possedere. Sarebbe una prova importante da superare per me. Spero presto di poter interpretare Elisabetta. Poi mi piacerebbe anche cantare Madama Butterfly per la bellezza musicale e interpretazione del personaggio molto interessante. Per le altre non ancora debuttate sono in progetto quindi non svelerò quali e quando...

Quali sono le cantanti del passato che lei apprezza di più? E per quali motivi?
Ci sono molte cantanti del passato che ammiro, e la prima è Maria Callas, che ho amato sin dall’inizio. Ghena Dimitrova è un modello per l’opera che ho eseguito più di ogni altra, il Nabucco. Adoro la compianta Daniela Dessì, dalla quale ho imparato moltissimo frequentando alcune masterclass, Renata Tebaldi per alcuni ruoli.

Quali sono i registi e i direttori d’orchestra con i quali ha lavorato meglio? E perché?
Tra i molteplici registi con i quali ho lavorato molto bene ci sono Hugo De Ana nell'unica volta ahimè ma ricordo l'approfondimento del personaggio minuzioso. Poi tra i più recenti c'è Leo Muscato, regista molto sensibile vicino ai miei pensieri interpretativi.

Il compositore d’opera che ama più cantare?
Verdi senza dubbio.

Preferisce le regie più tradizionali o quelle più innovative?
Mi piacciono le regie più tradizionali se hanno un significato, se seguono la trama del libretto pur con trasposizioni temporali. Non approvo quando operano una decostruzione del testo. In genere comunque preferisco allestimenti tradizionali collocati nel periodo indicato dal libretto.

Quali consigli si sentirebbe di dare a giovani cantanti che si accingono ad affrontare la vita del palcoscenico?
Ovviamente studiare moltissimo prima di gettarsi nell’arena. Io ho fatto una lunga gavetta, tanti ruoli importanti in teatri piccoli di provincia per almeno sei o sette anni, che mi è servita enormemente, perché quando poi i grandi teatri hanno bussato alla porta ero già pronta, sia vocalmente che fisicamente. Un altro consiglio che posso dare è di concentrarsi a fare audizioni presso i vari teatri piuttosto che partecipare a decine di concorsi.

Lei debutterà nel ruolo di Norma: che taglio intende dare al personaggio della sacerdotessa druidica?
Norma è uno dei ruoli che attendo con più ansia e gioia. È secondo me il ruolo più difficile e maturo per un soprano ed il mio esempio è sicuramente la Callas, mi piace molto la sua interpretazione, i suoi accenti, la drammaticità e tutto il resto. La sto studiando da tempo e ogni volta che riprendo lo spartito si aggiungono nuove idee, istinti, spunti: è tutta da scoprire e non vedo l'ora.

Giovanni Pasqualino

25/2/2017

Le foto del servizio sono di Victor Santiago e Brescia&Amisano - Teatro alla Scala.