RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

Le Quattro Stagioni fra barocco e jazz

Un concerto nel quale viene proposto all'ascoltatore un confronto fra il modo come sente ed esprime un compositore barocco le quattro stagioni dell'anno solare e come invece le sente ed esprime un compositore moderno e contemporaneo, in tutte le molteplici varianti che riguardano la psicologia individuale, gradazione emotiva, prospettiva memoriale, diversità di spazio-tempo epocale ma anche le differenze di forma, armonizzazione, orchestrazione e perfino l'uso di strumenti musicali diversi, è un avvenimento musicale non certo trascurabile per consentire un confronto.

Nel 1725 venne pubblicata per la prima volta la raccolta di dodici concerti per violino, orchestra d'archi e clavicembalo di Antonio Vivaldi intitolata il cimento dell'armonia e dell'invenzione. L'invenzione di cui il titolo parla è da mettere in relazione con l'elemento descrittivo presente in ben sette dei dodici concerti mentre l'armonia non è altro che l'usuale forma del concerto solistico vivaldiano. Tale forma si concretizza sempre in tre movimenti, dei quali il primo e il terzo sono di velocità sostenuta e caratterizzati da un'alternanza fra episodi orchestrali (Tutti) ed episodi nei quali predomina il solista (Solo); mentre il secondo movimento è di andamento lento e vede predominare costantemente dal punto di vista melodico il solista. Le quattro stagioni vivaldiane restano comunque esempi magistrali di innesto di una composizione di carattere descrittivo sulla struttura del concerto violinistico. Va anche ricordato che ad ognuno di questi concerti è premesso un sonetto i cui versi intendono descrivere le caratteristiche della stagione e che si ritrovano anche nei vari punti della partitura per espletarne onomatopeicamente il contenuto sonoro.

Las Cuatro Estaciones Porteñas di Astor Piazzolla furono invece composte dal musicista argentino fra il 1964 e il 1970, vale a dire circa duecentocinquanta anni dopo quelle del compositore veneziano, scritte soprattutto in strutture formali non solo diverse e più libere ma anche con ascendenze armoniche e ritmiche tipicamente jazzistiche, sature anche di ritmi latino-americani, in particolare tango e per una compagine strumentale diversa cioè per un quintetto (bandoneon, chitarra, violino, contrabbasso e pianoforte).

Il concerto del 7 febbraio 2023 che ha avuto luogo al teatro Bellini di Catania ha voluto realizzare, come abbiamo già premesso, un collegamento fra creatività musicale del passato e creatività musicale del presente sopra uno stesso tema, dimostrando come seppur con ispirazioni, sensibilità e sonorità diverse la Natura, con tutte le sue attrattive e meraviglie, riesca sempre a stimolare, stupire e rendere operativa e creativa la genialità di un artista. Va anche sottolineato che Las Cuatro Estaciones Porteñas sono state presentate al pubblico del nostro teatro nella loro trascrizione per orchestra d'archi ideata e realizzata dal violinista Gidon Kremer.

L'orchestra d'archi del Bellini, sicuramente in buona forma, è stata diretta con grande estro e alta competenza da Marco Serino che si è manifestato anche un eccellente violinista dall'estrosa e variegata versatilità interpretativa. Il bravo solista ha saputo rendere con maestria e finezza quello che viene designato come lo “stile a terrazze” tipico della musica barocca e che riguarda il contrasto delle intensità sonore dal piano al forte senza utilizzare Crescendo o Diminuendo, ma in opposizione fra loro con un tipico effetto di eco. Serino ha esibito anche una tecnica efficace e sempre attenta a una resa sonora tersa, pulita, trasparente, assolutamente nitida e priva di una qualsivoglia sbavatura fonica sia nell'attacco che nel rilascio dei suoni. Preciso, attento e rifinito nei suoi interventi è stato Biagio Quaglino al clavicembalo. Alle entusiaste e reiterate acclamazioni del folto pubblico presente nel parterre e nei palchi del teatro (nonostante l'inclemente freddo della serata e il Festival di San Remo alla TV) il maestro Serino e l'orchestra hanno risposto con l'esecuzione del brano Vittime di guerra di Ennio Moricone e poi con Oblivion di Astor Piazzolla.

Giovanni Pasqualino

8/2/2023

La foto del servizio è di Giacomo Orlando.