RECENSIONI
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Il salumiere e l'avvocato

La stagione 2018/2019 del Teatro Brancati di Catania prosegue con una brillante commedia di Pippo Pattavina: Il principe del foro. Il lavoro, che sarà in scena dal 21 marzo al 7 aprile, è liberamente tratto da Durand et Durand, un vaudeville del 1887 in tre atti di Albin Valabrègue e Maurice Ordonneau: il poliedrico attore siciliano, ispirandosi a questo testo, tutto giocato su gustosi equivoci e scambi di persona, ha imbastito una pièce ambientata nell'Italietta degli anni Trenta, in piena epoca fascista, dove il pregiudizio nei confronti di certi mestieri a tutto vantaggio di altri, erroneamente giudicati più remunerativi, come si svelerà alla fine, arriva a costringere un agiato salumiere, il cui cugino omonimo è un avvocato di grido, appunto il principe del foro, a spacciarsi per il famoso parente, e non solo con il suocero, impersonato da Pippo Pattavina, ma persino con la moglie, almeno sino al lieto finale, quando la bugia, finalmente smascherata, sarà tranquillamente perdonata da moglie e suocero alla notizia del miliardario conto in banca del tanto disprezzato salumiere.

La regia di Ezio Donato ha puntato su una recitazione sciolta e misurata a un tempo, evidenziando i caratteri di satira di costume e di caricatura politica insiti nel testo, evitando con cura gli effetti crassamente comici e puntando invece a focalizzarsi sui doppi sensi, sui dialoghi ammiccanti, limitandosi a pochi ma gustosissimi episodi macchiettistici, che appunto per il loro rimanere solo episodi sono stati molto più graditi dal pubblico. Le scene di Susanna Messina, come anche gli eleganti costumi delle Sorelle Rinaldi, hanno mirato a un'elegante naïveté unita a un''agile e snella attrezzeria, che rispecchiava certo volutamente gli stereotipi di certi spettacoli anni '70, sia televisivi che teatrali.

Ben affiata tutta la compagnia: se Giampaolo Romania, nel ruolo del salumiere Impallomeni, ha prestato al suo personaggio una mimica davvero incisiva, riuscendo a trarne tutti gli spunti elegantemente comici, Riccardo Maria Tarci, l'Impallomeni avvocato, si è mosso con estrema disinvoltura, rendendo bene la figura del legale di successo, abbastanza tronfio e parecchio sicuro di sé, ma che fino all'ultimo non riesce a capire la maldestra finzione inscenata dal cugino. Davvero esilarante Aldo Toscano, nei panni di un vicino di casa balbuziente: il suo dialogo cantato e balbettato con l'avvocato è stato senza dubbio uno dei momenti più irresistibili della pièce, strappando al pubblico entusiasti e calorosi applausi a scena aperta. Bene anche Raffaella Bella, Luisa, la moglie del salumiere, Lucia Portale, la fidanzata dell'Impallomeni legale, mentre Olivia Spigarelli, nei panni della futura suocera dell'avvocato, si è distinta per la sua mimica quanto mai espressiva, e per l'aderenza al ruolo della donna acida e nemica giurata del genero in pectore. In ruolo anche Enrico Manna, il garzone di salumeria, Raniela Ragonese, la domestica del salumiere, e Giulia Oliva, segretaria dell'avvocato.

Quanto a Pippo Pattavina, Francesco Cucurello suocero del salumiere, ha costituito davvero il fulcro di tutta la rappresentazione, riuscendo a renderla assolutamente omogenea e godibilissima, emergendo sia come attore protagonista sia nei momenti in cui si limitava al ruolo di spalla: elegante e misurato, poliedrico come sempre, ha riscosso un notevole e meritato successo personale.

Giuliana Cutore

24/3/2019