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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tosca di Giacomo Puccini

al Teatro Antico di Taormina

Realizzare un'opera lirica en plein air ha sempre qualcosa di rischioso perché i rumori che possono interferire durante la rappresentazione (dal frinire di una piccola cicala, alla lontana sirena di un'ambulanza o al rumoroso passaggio di un elicottero o di un aeroplano) ne possono condizionare la chiara ricezione acustica da parte del pubblico. Tuttavia, spesso una splendida location come quella del Teatro Antico di Taormina, secondo noi, attenua e compensa non poco tali inconvenienti, esibendo una straordinaria e spettacolare scena naturale che a sua volta fa da suggestivo sfondo alla seducente scena artificiale creata sul palcoscenico.

Così martedì 30 luglio è stata rappresentata l'opera in tre atti di Giacomo Puccini Tosca con la regia di Alessandro Cecchi Paone (collaborato da Anna Aiello), il quale è riuscito a creare un energico dinamismo fra golfo mistico e rappresentazione scenica, arrivando a coordinare al meglio movimenti cinetici, mimica corporea, canto e accompagnamento orchestrale in una fusione davvero onnicomprensiva e simbiotica opportuna ed efficace.

Tale proficua regia si sposava in modo singolare alle semplici ma nello stesso tempo adeguate scene di Alfredo Troisi che esibivano nel 1° atto un grande ostensorio al centro della ribalta con ai lati gli ingressi di due cappelle; nel 2° atto una grande copia di un particolare del quadro Giuditta e Oloferne del Caravaggio che campeggiava al di sopra del lungo tavolo sul quale Scarpia esalava l'ultimo respiro dopo essere stato prima pugnalato e poi sgozzato; nel 3° atto infine gli spalti di Castel Sant'Angelo diventavano il fondale ultimo ove trovava la morte per fucilazione Cavaradossi e da dove Tosca si sarebbe lanciata per trovare pace definitiva nel suicidio. In perfetta sintonia al periodo storico nella quale si svolge la trama i suggestivi abiti di scena così come il mirabile disegno luci delineato da Claudio Mantegna.

Il maestro Gianluca Marcianò ha diretto l'Orchestra e il Coro Lirico Siciliano con mano composta, sicura personalità e soprattutto tanta discrezione nell'evitare di sovrastare le voci con il complesso strumentale. Altrettanto efficace era il coro di voci bianche di Taormina preparato e diretto da Ivan Lo Giudice che ben si amalgamava con tutto l'insieme nel Te Deum.

Il tenore Marcello Giordani (Cavaradossi) ha manifestato la tempra e la musicalità che lo denotano da sempre e lo hanno fatto già definire cantante di ottime qualità. La pregnanza del suo squillo tenorile rimane inconfondibile, anche se qua e là si è potuto notare qualche piccolo affaticamento e qualche piccola imprecisione. Rimane in ogni caso un artista di longanime e generoso temperamento passionale.

Il soprano bulgaro Svetla Vassileva ha ben eviscerato il personaggio di Tosca, sia da un punto di vista vocale che drammaturgico, esprimendone a pieno tutta la focosa, accesa gelosia e appassionata veemenza. Di egregia qualità ci sono parsi i suoi filati, forse meno efficace in alcuni fraseggi e in qualche portamento.

Il baritono Nebojsa Babic (Scarpia) ha esibito un'imponente presenza scenica unita a una gestualità e una mimica attoriale sicuramente valide e adeguate al personaggio. La sua vocalità invece, pur essendo ben tornita e definita, si evidenziava poco potente e dal fraseggio non sempre regolato e appropriato. Di buona qualità si rivelavano le interpretazioni di Sinan Yan (Angelotti), basso dalla stentorea timbratura, il polimorfo Claudio Levantino (il sagrestano, Sciarrone e un carceriere), Francesco Congiu (Spoletta) e Adonà Mamo (un pastorello). Bisogna evidenziare, a sicuro merito dell'intera compagnia di canto che nessuna microfonazione o amplificazione è stata adottata, cosa che invece sembra essere diventata una consuetudine perfino in location prestigiose come l'Arena di Verona.

L'opera è stata prodotta dal Coro Lirico Siciliano presieduto da Alberto Maria Munafò e diretto dal maestro Francesco Costa, che ha così dichiarato alla stampa: «…Abbiamo deciso di autoprodurci con l'unico scopo di garantire al pubblico spettacoli di grande qualità, come quelli che da anni realizziamo per il mondo». In verità il folto pubblico convenuto allo spettacolo ha dimostrato di gradirlo oltremodo, attribuendo ad esso e a tutti gli artisti fragorosi, prolungati e calorosi applausi.

L'opera verrà replicata al Teatro Greco di Tindari il prossimo martedì 4 agosto.

Giovanni Pasqualino

1/8/2019

Le foto del servizio sono di Sebastiano Trigilio.