RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Quartett

al Teatro Sociale di Trento

La Stagione Lirica, Opera 20.21, dell'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano si è conclusa con la rappresentazione di Quartett di Luca Francesconi al Teatro Sociale. Opera in tredici scene commissionata dal Teatro alla Scala dove ebbe la prima rappresentazione assoluta il 26 aprile 2011. Il libretto, in lingua inglese, è dello stesso compositore dall'omonima pièce teatrale di Heiner Muller, a sua volta liberamente tratta da Les liaisons dangereuses di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos. Libro scandaloso e a lungo proibito, fu pubblicato nel 1782 e resta uno dei capolavori della letteratura di sempre. La straordinaria qualità letteraria fruttò un enorme successo, fu ammirato anche dalla regina Maria Antonietta, ma probabilmente sfugge che l'autore fosse uno scrittore dilettante, la cui carriera si svolse come ufficiale d'artiglieria, di corpo diplomatico e funzionario del regno. La vicenda narra e osserva in forma di romanzo l'implacabile cinismo della corrotta società dell'ancien régime poco prima dello scoppio della Rivoluzione, identificandosi con la quintessenza della letteratura libertina del ‘700, fornendo spunto per innumerevoli trasposizioni cinematografiche e teatrali. Tra quest'ultime si annovera Quartett (1982) di Heiner Muller che ebbe una notevole fortuna cui contribuirono allestimenti curati da celebri registi. L'opera di Francesconi più che un adattamento costituisce una riscrittura e reinterpretazione del romanzo di Laclos, cui l'autore si è a sua volta ispirato in maniera molto generica. Muller riduce i plurimi intrighi a solo due protagonisti, la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont, un “gioco” reso ancor più opprimente per il fatto di svolgersi in una dimensione celebrale. Il libretto si sviluppa in due piani strutturati in scene. I due personaggi, e i loro doppi, hanno funzioni di amplificazione e proiezione sonora del canto e delle azioni. Le due orchestre, a Trento, una era registrata, hanno compiti drammaturgici diversi, sviluppando le pulsioni private degli attori e a sua volta il riflesso della sfera sociale come un suono del mondo, una forza naturale e atemporale. Il dramma musicalmente è intriso di tinte forti, quasi sanguinee ma lo sviluppo orchestrale sfrutta l'aspetto informatico musicale nel nuovo linguaggio odierno e il pathos del supporto nella voragine cui convergono i due protagonisti ed è veramente efficace in un lirismo sfaccettato e struggente del linguaggio moderno quasi stralunato.

Ben realizzato da John Fulljames, regista, lo spettacolo proveniente dal Covent Garden di Londra, nel quale è il colore nero predominante a tingere la scena in maniera opprimente, una storia raccontata ai bordi della società delimitata da pochi elementi, ringhiera, letto e teli squarciati che denotano un ambiente tragicomico nel quale il centro è rappresentato dalla sfida dei due attori, forse unici rappresentanti di una società “cancellata” dalla rivoluzione. Sountra Gilmor, scenografa e costumista, ben si produce nel creare questo mondo nascosto e solitario.

I due cantanti sono esemplari per introspezione teatrale e canto raffinato che raccoglie tutte le diverse sfumature ed esasperate emozioni. La marchesa era Adrian Angelico, il visconte Robin Adams, quest'ultimo interprete anche della prima assoluta alla Scala.

L'orchestra Haydn, in ottima forma, ha dimostrato speciale duttilità e delicata strumentazione, diretta da un valente Patrik Davin che sfodera con naturalezza tutte le pulsioni della partitura.

Teatro purtroppo semivuoto ma il pubblico presente ha decretato un autentico successo all'intera produzione.

Lukas Franceschini

19/5/2017