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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Un agile e rilevante volume di Salvatore Margarone su Rachmaninov

pubblicato dalla Casa Musicale Eco di Monza

Chi scrive ha sempre pensato fermamente che le doti precipue di uno scrittore, sia esso giornalista, saggista o critico, debbano essere due: sintesi e chiarezza. Lungaggini, perorazioni e meticolose descrizioni, quando non siano assolutamente necessarie e funzionali alla comunicazione di idee e concetti rimangono orpelli assolutamente inutili. Tale premessa ontologica sulla scrittura e sulla scrivere trova uno dei suoi primi sostenitori in Callimaco, il quale ribadiva la sua concezione col famoso andante mega biblìon, mega kakòn, vale a dire grande libro, grande male. Tale concezione avrà i suoi cultori nel corso di tutta la storia della cultura occidentale. Uno dei maggiori fautori della stringatezza ed essenzialità in campo artistico è senza alcun dubbio Giuseppe Verdi, che in una lettera a Francesco Maria Piave ebbe a scrivere: «La brevità non è mai un difetto», e perseguì tale dettato ostinatamente e per tutto il corso della sua produzione compositiva. Perfino nel libretto de La Bohème , all'inizio del primo quadro, Giacosa e Illica fanno enunciare al poeta Rodolfo una significativa frase che ribadisce tale visione: «La brevità, gran pregio».

Il recente saggio di Salvatore Margarone Sergej Vasil'evic Rachmaninov. La scuola russa tra Romanticismo e innovazione, pubblicato per i tipi della casa editrice musicale Eco di Monza, risponde a tali requisiti di essenzialità, sintesi e chiarezza, qualità che rendono il volume agile e scorrevole alla lettura ma forniscono contemporaneamente notizie e analisi acute e approfondite su tutta la produzione del compositore russo. Dopo avere fornito circostanziate ed esaurienti notizie biografiche su Sergej Rachmaninov, Salvatore Margarone si sofferma in modo congruente e appassionato sull'analisi puntuale delle sue opere, in particolare sulla produzione sinfonica e su quella per pianoforte e orchestra, sviluppando anche importanti e rilevanti comparazioni con i musicisti contemporanei. A tal proposito risulta significativo e pregnante il capitolo Rachmaninov e Skrjabin: due talenti a confronto, nel quale l'intelligente musicologo catanese presenta un quadro di vite parallele ma nello stesso tempo molto diversificate, specie per quanto riguarda il gusto, lo stile, gli intenti compositivi e anche le modalità di interpretazione pianistica: «…il modo di suonare di Rachmaninov era completamente diverso da quello di Skrjabin, il suono era molto profondo, ma le note sembravano attaccate alla tastiera, non sentivano quella “elevazione mistica” del loro prediletto...».

Il libro, corredato anche da alcune fotografie di Rachmaninov, viene concluso da un accurato elenco cronologico delle opere del compositore russo e da una bibliografia essenziale, mentre la prefazione dello stesso è della prof.ssa Letizia Spampinato, docente di Teorie e Tecniche dell'Armonia dell'Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini di Catania.

Giovanni Pasqualino

15/5/2017