RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


The Rake's Progress alla Fenice di Venezia

The Rake's Progress, La carriera di un libertino, l'opera più conosciuta di Igor Stravinskij torna nel luogo di nascita (11 settembre 1951), il Teatro La Fenice di Venezia, in un nuovo allestimento curato da Damiano Michieletto.

Dopo il trasferimento negli Stati Uniti Stravinskij aveva intenzione di comporre un'opera in inglese, il soggetto cadde sulle vicende di Tom Rakewell, spendaccione e libertino figlio di papà, raffigurato nelle tele di William Hogarth che il compositore ammirò in una mostra a Chicago. Il libretto, eccelso, fu scritto da Wystan Hugh Auden e Chester Kalmann, il primo poeta di grande fama che aveva già lavorato sia per il cinema sia per il teatro d'opera, l'altro suo compagno di vita ed autentico melomane. Librettisti e compositore tracciarono le linee guida della vicenda, oltre al protagonista figura centrale è il suo alter ego malefico, Nick Shadow, Anna Trulove, ingenua fidanzata, e Baba la Turca , quest'ultima elemento surreale che prenderà parte al libertinaggio di Tom. Come scritto dal compositore nelle sue memorie "Rake anziché cercare forme musicali che esprimano simbolicamente il contenuto drammatico ho scelto di rappresentare un'opera a numeri del '700, dove lo sviluppo drammatico si basa sulla successione di pezzi chiusi". In effetti, sono molte le somiglianze della Carriera all'opera del XVIII secolo, come il tono comico-istrionico di Nick, il susseguirsi di duetti e terzetti, e la grande aria di bravura che si riscontra nella conclusione dell'atto I.

Lo spettacolo di Michieletto è molto riuscito, e supera notevolmente le sue ultime fatiche da me viste. Qui il regista veneziano, pur attualizzando l'opera come sua consuetudine, trova una chiave di lettura efficace che affascina in molti momenti a cominciare dal barbecue onirico del primo atto, scene di vita per bene della provincia americana. In tale ambiente ecco l'apparire di Nick, un odierno Mefistofele, che "rapisce" il giovane Tom illudendolo di una vita agiata e dissoluta, dopo l'arrivo di un'eredità inaspettata, d'indubbia attrattiva. Si prosegue con il bordello, molto animato in orgia dissoluta (era necessario mettere in locandina "spettacolo consigliato al solo pubblico adulto"? In tv si vede ben di peggio!). La lettura drammatica trova un ampio senso analitico in scene stantie che portano al baratro finale del protagonista, sempre tenuto a bacchetta dal perfido Nick, il quale si traveste nel primo atto per assumere le sembianze del diavolo che monopolizza lo sventurato Tom. Il finale molto spettacolare si svolge nel fondo della piscina senza acqua, solidamente aderente al testo, di lucida e deprimente solitudine nel manicomio, come la morale cantata sul proscenio a luci accese da tutta la compagnia. Di grande stile le scene di Paolo Fantin, architettoniche e celeri nei cambi, ma che rendono a meraviglia lo sprofondare della situazione. Di fattura i costumi moderni ma sgargianti di Carla Teti.

Tra i cantanti primeggiava Alex Esposito, straordinario attore e prezioso cantante, che in questo ruolo (credo al debutto) firma un personale successo. Altrettanto si può affermare di Juan Francisco Gatell, voce lirica ben calibrata e molto plasmabile, arricchitosi anche di corposo volume molto interessante. Carmela Remigio dopo un inizio incerto, in seguito prende vigore, incarnando una dolce Anna ma l'intonazione è sempre precaria. Natascha Petrinsky, che del contralto non ha nulla, riesce più sul versante scenico che su quello vocale. Buoni gli altri interpreti: Marcello, Nardis, Matteo Ferrara e Silvia Regazzo.

Molto rilevante l'apporto del coro diretto da Claudio Marino Moretti, efficace e prodigioso anche sulla scena. Le note dolenti arrivano dalla direzione di Diego Matheuz, concertatore spento, che non riesce a cavare duttili sonorità dall'orchestra della Fenice, oggi molto migliorata, scivolando ben al di sotto della routine.

Teatro gremito per un titolo non di repertorio, che ha al termine festeggiato tutto il cast con generosi applausi.

Lukas Franceschini

28/7/2014

Le foto del servizio sono di Michele Corsera.