45° Festival della Valle d'Itria Olga Peretyatko
Ho avuto modo di vedere, per la prima volta, quasi tutta l'edizione del Festival, anche se purtroppo non mi è stato possibile assistere alla riesumazione dell'Orfeo di Porpora. La prima serata è stata un concerto di belcanto offerto da Olga Peretyatko con al pianoforte Giulio Zappa, lodatissimo dal soprano. Il programma era simile – non uguale – a quello recensito un anno fa a Barcellona ma questa volta i risultati, in linea di massima, erano migliori. Superiori senz'altro le esecuzioni dell'aria di sortita della Semiramide rossiniana e il valzer di Juliette dell'opera di Gounod, non così la bellissima 'J'ai vu passer l'hirondelle' di Dell'Acqua. Strano però che l'un tempo celebre 'Il bacio' di Arditi, vero cavallo di battaglia delle colorature, sia stato avaro in sovracuti. E se l'aria di Norina del Don Pasquale donizettiano è stata eccezionale, eseguire a continuazione tutta la scena finale dell' Anna Bolena è sembrato poco saggio, visto che solo l'aria è nelle corde dell'artista, ma non il recitativo precedente nè la cabaletta posteriore. La grande aria di Matilde del Guillaume Tell (senza recitativo però) era corretta ma non si vede cosa possa aggiungere un ruolo come questo alla carriera della Peretyatko. Per il resto spiccava nelle canzoni russe di Rachmaninov e Rimsky-Korsakov, (tranne quando insistevano sui registri centrale e grave. Quelle di Fauré ('Les roses d'Ispahan' e 'Après un rêve') si capivano poco e all'inizio della serata la voce non si era ancora riscaldata. Molto meglio, in fondo perché la signora Peretyatko è chiaramente una cantante di opera e non da camera, le arie di Antonia dei Racconti di Hoffmann di Offenbach e soprattutto il momento più bello della serata, la grande aria di Leila dei Pescatori di perle di Bizet, 'Comme autre fois' con il recitativo 'Me voilà seule dans la nuit'. Zappa si esibiva in solitario, come capita sempre più spesso nei concerti vocali, in un'ottima versione di Respighi ('Valse caressante') e in una poco convincente dell' Arabesque di Schumann. Molto pubblico e buon successo. Jorge Binaghi
7/8/2019
La foto del servizio è di Clarissa Lapolla.
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