RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Il viaggio a Reims

al Teatro Sociale di Bergamo

La stagione del Circuito Opera Lombardia è iniziata con una nuova produzione della cantata scenica Il viaggio a Reims ossia L'albergo del Giglio d'Oro di Gioachino Rossini, allestita in occasione del 150° anniversario della morte del compositore. Questa composizione fu rappresentata a Parigi al Théâtre Des Italiens il 19 giugno 1825 per i festeggiamenti dell'incoronazione di Carlo X Re di Francia. Il cast stellare comprendeva i maggiori cantanti presenti nella capitale francese, i quali sono oggi icone di un'epoca dorata di belcanto. Rossini pensava che la cantata non sarebbe stata in seguito eseguita poiché ideata per un evento, decise allora di trasferire parecchie pagine e riadattarle per Le Comte Ory rappresentato il 20 agosto 1828 al Théâtre de l'Académie Royale de Musique. Il viaggio a Reims fu riproposto solo nel 1984, dopo il ritrovamento quasi completo della partitura, al Rossini Opera Festival, diretto da Claudio Abbado e con un cast strepitoso, segnando forse uno dei massimi vertici esecutivi operistici del secolo scorso. In seguito vi furono varie riprese sempre dirette da Abbado, poi l'opera cominciò a essere programmata in molti teatri tanto che oggi non possiamo più parlare di rarità.

Per questa nuova produzione, che ha debuttato a Como e poi toccherà altre città lombarde, è stato indetto il Concorso Aslico alla ricerca di giovani cantanti idonei ai ruoli, e considerato il risultato finale è giusto rilevare il buon successo dell'operazione.

Lo spettacolo portava la firma di Michal Znaniecki, il quale sposta l'azione in epoca moderna e crea uno spettacolo sostanzialmente ironico caratterizzato da una grande dinamicità e situazioni divertenti all'interno di un ipotetico hotel con clinica di bellezza. In tale ambiente gli intrecci dei personaggi s'intersecano con l'attesa per raggiungere la cattedrale di Reims, e in tale tempo c'è anche l'opportunità per amoreggiare o più semplicemente "rimorchiare". Da questo punto di vista il regista calca la mano, con garbo, e idealizza situazioni intricate, pruriginose e ambigue, le quali in molti casi fanno sorridere, in altri meno come il duetto tra Corinna e il Cavalier Belfiore seminudi in una sauna. Nell'insieme è stato uno spettacolo riuscito e brillante, complici anche Luigi Scoglio che disegna scene lineari ma molto pertinenti e di facile cambio, e Anna Zwiefka che disegna dei bellissimi costumi, soprattutto quelli da gran sera femminili.

Passando agli aspetti musicali, la grande e piacevole sorpresa della serata è stata la presenza sul podio del giovane direttore Michele Spotti, che ha frequentato l'Accademia Rossiniana di Pesaro su invito di Alberto Zedda poco prima della scomparsa. Il direttore, che vanta in età solo un quarto di secolo, ha concertato con estrema bravura, cogliendo uno "spirito rossiniano" di grande stile per dinamiche brillanti, tempi serrati, gusto interpretativo variegato e per coesione mirabile sia con i solisti, sempre accompagnati con competenza, sia con l'orchestra. Quest'ultima, I Pomeriggi Musicali, ha fornito una prova maiuscola, seppur con qualche svista, e il Coro Opera Lombardia, istruito da Massimo Fiocchi Malaspina, si è impegnato con grande professionalità anche dal punto di vista scenico, poiché la regia prevedeva una rilevante partecipazione alla scena.

Il cast, interamente giovane, nell'insieme era sostanzialmente omogeneo. Maria Laura Iacobellis, Corinna, era una cantante raffinata dotata di ottima musicalità che le ha permesso di cesellare la parte con risultati più che positivi. Di grande classe la Marchesa Melibea di Irene Molinari, cantante dotata di grande charme scenico accomunato a una voce brunita e composta in tutti i registri, con la quale ha fornito una prova maiuscola per stile e raffinatezza canora.

Paola Leoci, Contessa di Folleville, tolta qualche piccola asprezza nell'estremo registro acuto, ha eseguito con gusto e disinvoltura il personaggio. La Madama Cortese di Marigona Qerkezi non era del tutto adatta al ruolo poiché la scrittura avrebbe suggerito una cantante più robusta di voce e inoltre la sua esibizione non era del tutto precisa, con sommarie ammende d'intonazione in zona acuta, tuttavia il personaggio era credibile e divertente. Inoltre, caso unico, durante la recita ha eseguito l'assolo introduttivo del flauto all'aria di Sidney, con grande classe e bravura che le ha valso un consenso caloroso da parte del pubblico.

Matteo Roma, Cavalier Belfiore, è un tenore lirico leggero che canta con gusto e valide capacità tecniche, per nulla intimorito dalle difficoltà che la parte richiede e risolta con proprietà stilistiche appropriate, soprattutto in acuto. Il Conte di Libenskof di Ruzil Gatin si è imposto per ottime capacità canore, voce squillante e rifinita in tutti i registri, tecnicamente preciso e dotato di valente presenza scenica.

Andrea Patucelli, Lord Sydney, affrontava una parte forse troppo onerosa, la difficile aria "Ah! Perché la conobbi?... Invan strappar dal core" ha evidenziato una non completa risoluzione vocale, ma il personaggio c'era e gli altri interventi non sfiguravano soprattutto per eleganza. Vincenzo Nizzardo, Don Profondo, si è distinto per una voce molto bella e uno stile appropriato, tuttavia il sillabato è da rifinire, l'aria "Medaglie incomparabili" non era del tutto risolta, anche perché è usanza imitare Ruggero Raimondi negli accenti stranieri. Il Barone di Trombonok di Giuseppe Esposito si è fatto apprezzare per la disinvoltura scenica e la buona prestazione vocale, altrettanto si può dire del Don Alvaro di Guido Dazzini, pregevole interprete canoro.

Le parti minori erano ben assortite e professionali: Massimiliano Mandozzi (Don Prudenzio), Nico Franchini (Don Luigino), la brava Francesca Benitez (Delia) e Francesca Di Sauro (Maddalena). Alcuni artisti del coro hanno interpretato con disinvoltura e precisione gli altri ruoli: Elena Caccamo (Modestina), Ermes Nizzardo (Zefirino/Gelsomino) e Luca Vianello (Antonio).

Il Teatro Sociale di Bergamo non era del tutto esaurito come mi sarei aspettato per un titolo così prelibato, ma il pubblico presente ha tributato un caloroso successo a tutta la compagnia e un'ovazione meritata al giovane direttore.

Lukas Franceschini

5/11/2018