Tre racconti di Richard Wagner
pubblicati da Manzoni Editore
Personalità di grande rilievo nella storia della musica occidentale, Richard Wagner non fu solo un valente compositore ma anche direttore d'orchestra, regista, poeta, scrittore, critico, filosofo ed esteta; così, quando si pensa all'artista totale la nostra mente corre subito al suo nome. Di ogni suo dramma musicale egli redasse i testi, compose le musiche e definì in ogni particolare perfino scenografie, costumi, luci e quant'altro. Fra i suoi saggi più significativi bisogna ricordare Die Kunst und die Revolution (L'arte e la rivoluzione) del 1849, Das Kunstwerk der Zukunft (L'opera d'arte dell'avvenire) sempre del 1849, Oper und Drama (Opera e dramma) del 1850/51, Über Staat und Religion (stato e religione) del 1864, senza contare tutta una serie di altri saggi, pamphlet e articoli riguardanti la direzione d'orchestra, i grandi compositori del passato e lo scritto autobiografico Mein Leben (La mia vita), pubblicato nel 1870. La casa editrice Manzoni di Merone (CO), che già nel 2018 aveva dato alle stampe il volume Scritti su Beethoven di Richard Wagner, a cura di Piero Mioli, ha da qualche mese proposto al pubblico italiano un secondo volume dedicato al grande compositore tedesco dal titolo Richard Wagner Racconti che propone, come recita appunto il titolo, quattro narrazioni da lui stilate nella giovinezza. Eccole nell'ordine: Una visita a Beethoven, La fine di un musicista a Parigi, Una serata felice e il breve saggio L'artista e li pubblico, tutti e quattro pubblicati fra il 1840 e il 1841 sulla Gazette Musicale de Paris. Il primo racconto narra la storia di un giovane musicista che affronta un lungo viaggio per poter conoscere Beethoven e parlare con lui. Nel secondo il protagonista, sempre un giovane musicista, si cimenta con le difficoltà del mestiere del compositore, con le sue illusioni e disillusioni, con le sue aspirazioni e il raffronto con l'amara realtà dell'esistenza, con i sogni di benessere contrastati dai duri disagi causati dalla povertà e infine con il duro prezzo che ogni artista deve pagare per affermare le propri idee di integrità e coerenza.
Nel terzo racconto due artisti disquisiscono e si misurano sulla creatività in campo musicale, sul valore della musica pura e su quello della musica descrittiva: «Lo stesso avviene più o meno in tutte le arti. Così, un dipinto o un dramma agiscono in modo molto diverso sulle varie individualità, e anche sul cuore della stessa persona in tempi diversi; e tuttavia il pittore e il poeta sono soggetti a una precisione molto più rigorosa del compositore di musica strumentale, poiché nulla obbliga quest'ultimo a modellare le sue opere sulle apparenze della vita quotidiana; l'immenso dominio dell'infinito si apre al suo genio e dà vita ai suoi progetti con l'aiuto del suono, l'elemento più spiritualizzato di cui un'arte possa disporre. Tuttavia, volere costringere il musicista a commisurare il proprio entusiasmo al mondo volgare che lo circonda, significherebbe sminuirlo, e il compositore che osasse portare nella sua arte le ridotte proporzioni degli oggetti materiali negherebbe la sua missione».
Il breve saggio L'artista e il pubblico esibisce acute osservazioni sul rapporto dialettico fra artista e pubblico suggella il volume; quest'ultimo si avvale dell'illuminante introduzione e della rifinita traduzione di Flora Bentivoglio. Da segnalare altresì l'aggraziata veste tipografica con la quale è stato presentato al pubblico il volumetto.
Giovanni Pasqualino
1/5/2021
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