Rigoletto
al Festival Forte Arena di Cagliari
È stato inaugurato il primo festival estivo al Forte Arena di Cagliari, con l'opera lirica Rigoletto di Giuseppe Verdi. Il Festival estivo al Forte Arena è stato realizzato in collaborazione con vari enti locali, tra cui la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari e il Resort Forte Village, e ha lo scopo di fornire alcuni spettacoli di vario genere durante l'estate in una conca naturale all'aperto a circa quaranta chilometri dal capoluogo sardo. Il progetto si intitola “Rifunzionalizzazione del Parco della Musica e del Teatro Lirico, internazionalizzazione e innovazione delle produzioni anche per la valorizzazione turistico-culturale degli attrattori locali”. Al termine dello spettacolo, considerato il successo, la folta presenza di pubblico e tutta l'organizzazione, possiamo affermare che l'operazione è riuscita, e ci auguriamo che in futuro possa essere sempre più valorizzata e rifinita, diventando un appuntamento fisso per l'isola, poiché si tratta dell'unica realtà di spettacoli all'aperto in tutta la Sardegna. Lo spettacolo era ideato da Joseph Franconi Lee, assistente per molti anni di Alberto Fassini, è proprio da un allestimento di questi trova una felice realizzazione per ideare e adattare al palcoscenico sardo un Rigoletto nel solco della tradizione. Lodiamo questa idea poiché non era il caso di cercare soluzioni moderne, magari intrinseche e poco comprensibili, e rileviamo ancora una volta che uno spettacolo di tradizione non è assolutamente segno d'inferiorità. Lo dimostra pienamente la realizzazione cagliaritana, che si avvale di una scena imponente ben costruita, realizzata per opera di Alessandro Ciammarughi. Montata su una pedana girevole era idealmente strutturata per cambi scena veloci, facendo in modo che l'opera fosse, giustamente, rappresentata in due parti con un solo intervallo. La regia era efficace e ben concentrata sulla drammaturgia dei personaggi, il libertino duca, il giullare dalla doppia vita che trova amorevoli sfumature più nella figura del padre, la giovane fanciulla sacrificata quasi in una clausura che trova respiro in un amore impossibile, i cortigiani subdoli quanto bonariamente accondiscendenti ai voleri del loro signore. Tutto questo insieme è stato reso senza calcare troppo la mano in facili banalità, ma mantenendo un equilibrio apprezzabile e ricco di sfumature, intenzioni e buon teatro. Molto belli i costumi, sempre di Ciammarughi, in classico stile cinquecentesco. Fabio Rossi ha fornito un pertinente apporto al disegno luci.
Molto buona la prova dell''Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari diretta da Donato Renzetti, bacchetta sicura ed esperta che ha concertato il tutto con tempi sostenuti e una gamma di colori molto pregevoli, mantenendo una linea interpretativa incisiva e forgiando un ottimo rapporto con il palcoscenico. È quasi superfluo affermare che trovandoci all'aperto è stato utilizzato un impianto di amplificazione, ma era ben calibrato offrendo un apprezzabile ascolto. Una menzione particolare va al Coro del Teatro per l'ottima esibizione offerta, merito anche del maestro Gaetano Mastroiaco.
Star della serata e protagonista era Leo Nucci, il Rigoletto per antonomasia degli ultimi decenni. Il baritono emiliano che proprio nel 2017 festeggia i cinquant'anni di carriera, ha offerto la sua solita interpretazione, vissuta, partecipata, straziante. Non c'è nota o angolo dello spartito che non sia conosciuto da Nucci, e che egli non possa realizzare nel migliore dei modi. Sarebbe banale affermare che il cantante si trovi nel momento folgorante della sua carriera, ci troviamo nella fase finale, e proprio per questo siamo di fronte a un grande artista. Non tutte le note erano perfettamente calibrate o realizzate, ma poco importa, il personaggio era impressionante nella sua essenza drammatica multipla di padre e buffone di corte. Nucci ha ancora frecce al suo arco e a Cagliari le ha sfoderate tutte, reggendo benissimo il confronto con se stesso.
Barbara Bargnesi era una Gilda delicata ma non bambola, molto inserita nella realizzazione del personaggio forte e senza dubbi del suo agire. La voce squisitamente lirica non ha tutte le agilità richieste ma è molto musicale e il fraseggio era molto curato. Esuberante il Duca di Antonio Gandia, tenore sempre in ascesa, spavaldo e di facile squillo, anche se limitato, e la zona di passaggio richiede perfezionamento, ma il personaggio era ben tracciato.Molto bene Cristiano Saitta, uno Sparafucile molto credibile e realizzato con mezzi rilevanti e precisi, e Martina Serra, Maddalena di temperamento sempre puntuale. Di solida professionalità il Monterone di Gocha Abuladze. Tra le parti minori si mettevano in luce per accento e carisma vocale Enrico Zara (Matteo Borsa) e Francesco Leone (Conte di Ceprano). Tra gli altri giustamente citiamo con plauso: Leonora Sofia (Giovanna), Nicola Ebau (Marullo), Ivana Canovic (Contessa Ceprano/Paggio).
Successo trionfale al termine per tutta la compagnia. La scommessa di questa prima è stata vinta, auguriamoci l'inizio di un appuntamento fisso con il Forte Arena.
Lukas Franceschini 20/6/2017
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