Rigoletto
all'Arena di Verona
La terza opera del 95° Festival Opera è Rigoletto di Giuseppe Verdi, proposta nell'allestimento creato da Ivo Guerra nel 2003, liberamente ispirato a uno spettacolo areniano del 1928. Un allestimento classico, nella forma più elevata del termine, contraddistinto da una scenografia imponente della reggia ducale di Mantova, ideata da Raffaele Del Savio, giganteggia sulle gradinate per tutta l'opera, sul palcoscenico con cambi scena veloci sono ideati i diversi ambienti del I atto. Tutto funziona perfettamente in un racconto “epico” senza banalità, pulito, strettamente aderente al libretto e di considerevole efficacia narrativa. La lettura registica di Ivo Guerra è sostanzialmente narrativa e riporta a una forma di spettacolo forse ormai sorpassato, avrebbe potuto mettere evidenziare meglio i caratteri dei personaggi, ma si lascia vedere come un piacevole romanzo d'appendice. Straordinario il lavoro dello scenografo che ci riporta in una Mantova cinquecentesca di meravigliosa monumentalità, contribuisce anche la mano esperta di Carla Galleri, costumista, che realizza costumi sontuosi in perfetto stile storico. Non del tutto efficaci il gioco di luci che avrebbero potuto fornire una visione ancor più espressiva, ma nel complesso questo classico spettacolo è godibile ed è azzeccato in una stagione che offre differenti letture drammaturgiche in altre opere (Aida e Nabucco). Delude la direzione di Julian Kovatchev che si sviluppa in una monotonia disarmante. Il direttore ha concertato in maniera anomala e priva di qualsiasi colore orchestrale, scansione di effetti e una lentezza esasperante, i quali spesso hanno messo in difficoltà i solisti. Non ricordavamo il maestro come una bacchetta di mirabilissima, tuttavia sempre di solida professionalità, che in quest'occasione non è stata confermata. L'orchestra dell'Arena, sempre precisa, si deve adeguare alle disposizioni del podio e pare le esegua di controvoglia. Molto buona la prova del Coro, istruito da Vito Lombardi, che purtroppo fatica ad adeguarsi ai tempi del direttore.
Ottima esibizione quella di Amartuvshin Enkhabat, Rigoletto, al suo debutto in Arena, dopo un concerto nella scorsa stagione presso l'Associazione Verona Lirica. La qualità della voce è bella, di prim'ordine, robusta e uniforme in tutti i registi. Il cantante mongolo sfodera un fraseggio eloquente, anche migliorabile, e accenti di cantante di gran classe. Il personaggio è musicalmente ben costruito nella drammaturgia canora che non lascia indifferenti, un po' meno la resa teatrale, ma considerata l'esigua carriera finora intrapresa, abbiamo da augurarsi prossime altrettante felici, e più rifinite esibizioni.
Jessica Pratt, Gilda, ha dimostrato la consueta predisposizione al ruolo, reso con efficace drammaturgia e senza bamboleggiamenti, ma con sicura padronanza di colori, fraseggio, anche se in più occasioni avrebbe avuto bisogno di maggior supporto dal podio per mettere in luce le sue peculiari qualità che sono ben note. Nel finale atto primo non ha cantato le due battute dopo il rapimento, ma credo possa ascriversi a un malinteso in retropalco. Il duca di Francesco Demuro non delude, anzi conferma qualità vocali rilevanti, proponendo un personaggio sfaccettato nell'interpretazione e puntuale nella gamma canora, squillante, disinvolto e contraddistinto da un'ottima musicalità.
Un plauso particolare merita Andrea Mastroni, Sparafucile, che ha realizzato un personaggio da manuale sia interpretativamente sia vocalmente. Il canto è raffinato e tagliente quanto conviene a un sicario. Fraseggio e accenti sono di esemplare precisione cui si somma una voce calibrata e rifinita nella gamma del registro basso di rilevante fascino. L'attore scenico non è da meno, realizzato con movenze tetre e intuizioni drammaturgiche, soprattutto nel primo atto, di forte impatto teatrale. Sensuale e di classe vocale la Maddalena di Anna Malavasi, impeccabile il Monterone di Nicolò Ceriani. Francesco Pittari e Marco Camastra, rispettivamente Matteo Borsa e Marullo, sono perfetti nei loro compiti.
Completavano il cast Dario Giorgelè, Conte Ceprano, Marina Ogii, Contessa, Alice Marini, Giovanna, Omar Kamata, usciere, e Lara Lagni, Paggio. Raramente è possibile trovare un cast così professionale e affiatato nei ruoli secondari, ma non inferiori. Al termine successo trionfale per tutta la compagnia.
Lukas Franceschini
17/7/2017
Le foto del servizio sono di Ennevi-Arena di Verona.
|