Un Recital tra le melodie di Giovanni Pacini 
Giovanni Pacini non è assiduamente ricordato con opere e concerti a Catania, anche se il musicista vide la luce proprio nella città etnea l'11 febbraio del 1796 in una casa di Piazza S. Antonio e qualche giorno dopo venne battezzato nella vicina chiesa di Santa Maria dell'Aiuto. I suoi genitori erano due famosi cantanti dell'epoca, il pistoiese Luigi Pacini e la gaetina Isabella Paulillo, coppia di giovani sposi giunti in Sicilia al seguito di una compagnia di artisti. Dopo avere studiato contrappunto a Bologna con Stanislao Mattei (maestro anche di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti), esordì come compositore nel 1813 con la farsa Annetta e Lucindo. Nel 1822 si stabilì a Lucca dove oltre all'attività compositiva coltivò anche quella didattica. Fu molto amico di Rossini che lo volle perfino come collaboratore per la realizzazione di alcuni brani dell'opera semiseria Matilde di Shabran. Concluse la sua laboriosa vita a Pescia, in provincia di Pistoia, il 6 dicembre del 1867, in una villa sede oggi di un museo a lui dedicato. Pacini fu un autore molto prolifico e scrisse circa novanta melodrammi, fra i quali vanno ricordati La Vestale (1823), L'ultimo giorno di Pompei (1825), Gli Arabi nelle Gallie (1827), Il Corsaro (1831), Saffo (1840), Medea (1843), Maria regina d'Inghilterra (1843), L'Ebrea (1844), Stella di Napoli (1845), Lorenzino de' Medici (1845), Allan Cameron (1848), Margherita Pusterla (1856). Delle opere paciniane si annoverano a Catania alcuni importanti rilanci, e sappiamo con certezza che il vecchio Teatro Comunale dal 1821 al 1887 mise in scena circa una decina di titoli del compositore. Sicuramente la partitura più eseguita fu Saffo, che venne messa in scena al Teatro Comunale nel 1846 e nel 1878, poi al Teatro del Popolo il 30 agosto del 1939 e ancora una quarta volta al Teatro Bellini nel 1983. Sempre nel tempio della lirica catanese nel 1996 venne realizzato L'ultimo giorno di Pompei, mentre la sua Medea fu riproposta al Teatro Antico di Taormina il 16 e17 giugno 2006, in occasione del Festival Teatro dei due Mari. Infine la S.C.A.M. (Società Catanese Amici della Musica), diretta all'epoca con dinamica intraprendenza dal compianto Tony Maugeri, il 6 dicembre del 2007, al Teatro Ambasciatori di Catania, realizzò un concerto in omaggio a Giovanni Pacini per celebrare il 140° anniversario della morte con la presentazione di un'ampia selezione di brani tratti da Stella di Napoli. Infine il 2 novembre del 2021 alla Badia di S. Agata ebbe luogo un Concerto Omaggio a Pacini, organizzato all'interno del Bellini Festival 2021 diretto da Enrico Castiglione, con l'esecuzione di brani tratti dalle opere Niobe, L'ultimo giorno di Pompei, La Regina di Cipro e L'Ebrea. Di quest'ultima opera vennero eseguiti due brani assolutamente inediti: “In quel dì clementi o cielo” e “Ah come peno e lo sospiro”. Infatti L'Ebrea , rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano il 27 febbraio 1844 (furono date all'epoca solo tre rappresentazioni) è caduta nell'oblio più totale, e a tutt'oggi non esiste una sola registrazione dell'intera opera lirica. Va infine rilevato che L'Ebrea è l'unico melodramma di tutta la storia della musica realizzato da due catanesi, perché se la musica venne composta da Giovanni Pacini, il testo del libretto fu approntato dal catanese Giacomo Sacchero, ottimo versificatore dell'epoca, purtroppo nome totalmente obliato dalla nostra città, poeta che aveva fornito anche il magnifico libretto della Caterina Cornaro a Gaetano Donizetti. Il compositore ci ha anche lasciato, oltre a tante composizioni strumentali, una suggestiva Messa di Requiem in do minore per soli coro e orchestra, che reca sul frontespizio la scritta “Dedicata alla sua terra natale” e “A Catania sua patria offre Pacini”, che è stata eseguita il 2 novembre del 2011 nella chiesa di San Giuliano e che a nostro modesto avviso potrebbe venire riproposta dalle istituzioni musicali autoctone.
Pertanto va ascritto a merito dell'Associazione Amici del Bellini l'aver promosso il concerto Catania riscopre Pacini, che ha avuto luogo il 16 febbraio presso la Badia di S. Agata, organizzato in collaborazione con il Rotary Club Catania Est e realizzato sotto la direzione artistica di Carlo Di Bella.
Sono stati proposti al pubblico presente vari brani tratti da opere di Giovanni Pacini e cioè “Quando assisa a me d'accanto”, “Altro da te non chiedo” e “M'amò qual'aman gli angeli” dalla Maria, Regina d'Inghilterra; “Di sua voce il cor giungea […] Un Erinni atroce orrenda”, “Fra queste orrende tenebre [...] Ahi! Giusta pena io colsi”, “Flutto che muggi […] Teco dall'are pronube” dalla Saffo; “Ah! Tutto avvalora il dubbio” da Buondelmonte, “Io son la rea ne imploro” da La Vestale, “Voi mi rendete o Dei” da L'ultimo giorno di Pompei. Ad eseguire i brani sono stati il soprano Martina Scuto, il tenore Davide Benigno e il baritono Graziano D'Urso, accompagnati al pianoforte da Giulia Russo che ha anche eseguito il Preludio dell'atto terzo da Buodelmonte nella trascrizione e arrangiamento per pianoforte solo.
Ogni aria è stata introdotta e brevemente commentata dal presidente dell'Associazione Amici del Bellini Carlo di Bella e dai due vice-presidenti Lorenzo Gennaro e Francesco Pezzillo. Calorosi gli applausi tributati dal folto pubblico intervenuto alla manifestazione.
Giovanni Pasqualino
17/2/2025
|