Balletto su Ouvertures di Rossini
al Teatro Bellini di Catania
Il 25 febbraio del 2017, presso il Teatro Rossini di Pesaro, per celebrare il 150° anniversario della morte del grande compositore che diede vita al Guglielmo Tell, ha debuttato la nuova produzione dello Spellbound Contemporary Ballet intitolata Rossini Ouvertures, su coreografie di Mauro Astolfi. Il luminoso e avvincente balletto è stato presentato martedì 20 febbraio (turno A) scorso al Teatro Massimo Bellini di Catania.
L'intero spettacolo è strutturato sulle più celebri sinfonie d'opera del pesarese: Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia, Tancredi, Il signor Bruschino, La Cenerentola, La gazza ladra, Guillaume Tell, la cavatina di Figaro Largo al factotum, da Il barbiere di Siviglia e Fac ut portem, cavatina per mezzosoprano dallo Stabat Mater.
La suggestiva scenografia si avvaleva di un grande armadio al centro della scena, rappresentazione simbolica della mente del compositore, dalle cui ante e cassettoni uscivano di volta in volta personaggi che presumibilmente rappresentavano i protagonisti dei suoi melodrammi sia seri che buffi.
La regia e coreografia di Mauro Astolfi hanno mirato dritto a mettere in mostra gli elementi peculiari della creatività rossiniana, le sue esaltazioni, le sue fisime, i suoi timori, senza cedere mai a momenti di impasse e di riposo. Azione corporea densa e duttile, atta a riprodurre un'attività creativa dionisiaca e vulcanica che man mano sciama verso la fine per diluirsi in un'ultima cena, come quella del Don Giovanni mozartiano che aspetta l'arrivo del Commendatore, cioè l'inesorabilità dello sfacelo della vecchiaia e della morte.
L'essenzialità dei costumi si sposava con la funzionalità dell'azione ma il gioco delle luci mancava quasi del tutto, non riuscendo a caratterizzare, rifinire e definire gli spazi gestuali, lasciati quasi tutti in ombra, in un grigiore asfittico e poco significativo. Ben finalizzate e ben articolate le prestazioni di Fabio Cavallo, Alice Colombo, Maria Cossu, Mario Laterza, Giovanni La Rocca, Giuliana Mele, Caterina Politi, Giacomo Todeschi e Serena Zaccagnini.
Il mezzosoprano Martiniana Antonie e il baritono Francesco Auriemma hanno evidenziato buona comunicativa e disinvoltura, per il resto non ci sentiamo di aggiungere altro, poiché due soli brani sono poca cosa per esprimere delle considerazioni esaustive riguardo la prestanza delle loro voci.
L'orchestra del nostro teatro è stata diretta con vivacità e spigliatezza dall'abile maestro Antonio Manuli, il quale riesce sempre a ben condursi e disimpegnarsi, abbandonandosi spontaneamente e facendosi istintivamente guidare dalla sua innata musicalità, specialmente nella lettura delle partiture più gagliarde, dinamiche e festose.
Repliche dello spettacolo fino a domenica 25 febbraio.
Giovanni Pasqualino
22/2/2018
La foto del servizio è di Giacomo Orlando.
|