Da Venezia a San Pietroburgo
Il concerto sinfonico-corale di venerdì 10 maggio (replica l'11 maggio) che ha avuto luogo al Teatro Bellini di Catania prevedeva nel primo tempo il Gloria in re maggiore RV 589 per due soprani, contralto, coro e orchestra di Antonio Vivaldi e nel secondo tempo la Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36 di Pëtr Il'ic Cajkovskij.
La composizione sacra del musicista veneziano, che Martinš Ozolinš ha diretto per un'orchestra ridotta per organico barocco con l'aggiunta del clavicembalo e composta per lo più da elementi giovanili, si avvale di un'introduzione e di dodici tempi, evidenziando nel suo complesso un ponderato equilibrio fra le tonalità, gli organici vocali, gli organici strumentali e i ritmi. Inoltre va anche notato che il trattamento della polifonia, specie vocale, appare quanto mai ricco di originale inventiva e di significativi contrasti. Tale peculiari caratteristiche della partitura sono state nel complesso ben evidenziate e rilevate da Silvia Caliò (soprano), Claudia Ceraulo (soprano), Maria Russo (contralto) che riuscivano di volta in volta a creare un ampio e ricco dialogo delle voci solistiche con il coro del nostro teatro scrupolosamente preparato e addestrato dal maestro Luigi Petrozziello, mentre l'orchestra, guidata con puntuale professionalità da Martinš Ozolinš, riusciva ad assorbire ed incorporare attraverso eleganti, pacate e soffuse sonorità le ieratiche e maestose melodie che pervadono la luminosa pagina.
Alla richiesta avanzata dall'amica e benefattrice Nadjeshda von Meck di rivelare e spiegare il significato dellaQuarta Sinfonia l'autore rispondeva: “Mi chiedete se la Sinfonia ha un programma definito. In generale, se mi rivolgono questa domanda riguardo a una composizione sinfonica, rispondo di no. E in verità non è una domanda cui sia facile rispondere. Come è mai possibile esprimere delle sensazioni vaghe che proviamo allorché scriviamo un'opera strumentale che non ha in sé alcun soggetto definito? È un processo puramente lirico, una confessione musicale dell'anima, ove pullulano tante cose e che secondo la propria la propria essenza si riversa in suoni, appunto come il poeta lirico si effonde in versi”. Le parole del musicista russo si rivelano quanto mai efficaci e quasi scultoree nel chiarire e definire le profonde motivazioni e gli stati d'animo emotivi e psicologici che spingono un compositore a stendere su una partitura temi, accordi, intrecci armonici e polifonici i cui referenti di fatto resteranno sempre insondabili se vengono connessi a qualcosa di concreto e oggettivo. Scritta nel 1877 ed eseguita per la prima volta a Mosca il 10 febbraio 1878, la composizione si avvale di quattro tempi e di sicuro può considerarsi una vera e propria confessione sonora del variegato, profondo e complesso mondo interiore del suo autore.
Nel secondo tempo, Martinš Ozolinš ha condotto l'orchestra del Bellini al suo completo con sicura professionalità riuscendo a fare emergere dalla pagina tutto il pathos e il languore che la pervadono. Il primo tempo (Andante sostenuto, Moderato con animo) di ampie proporzioni, alquanto vario di temi e di sviluppi, viene concluso da un finale molto appassionato e travolgente. Segue un Andantino in modo di canzone, una dolce melodia in tono di leggenda che viene prima affidata all'oboe solo e poi al violoncello e che gradatamente viene elaborata presentandosi sempre dolce e suasiva. Lo Scherzo è tutto giocato sul pizzicato continuo degli archi e si rivela quanto mai originale e caratteristico. Il quarto e ultimo movimento (Finale, Allegro con fuoco) ha come nucleo melodico il tema di una celebre canzone russa “Nel vasto campo una betulla stava…” che Cajkovskij ha sapientemente elaborato, ornato, trasformato e sviluppato contrapponendo poi ad esso un secondo tema scattante e vivace, per poi concludere, dopo vari arabeschi sonori, riprendendo il tema tragico enunciato nel primo tempo all'inizio della partitura.
Parecchio entusiasti e calorosi gli applausi del pubblico presente ai quali tuttavia il maestro Ozolinš, forse perché troppo affaticato dal peso del programma presentato, non si è sentito in vena di concedere un seppur breve bis!
Giovanni Pasqualino
11/5/2024
La foto del servizio è di Giacomo Orlando.