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Doppia coppia

Sinceramente bugiardi al Brancati di Catania

Debora Bernardi e Filippo Brazzaventre.

La stagione 2017-2018 del Teatro Brancati di Catania prosegue con la commedia brillante di Alan Ayckbourn Sinceramente bugiardi, in scena dal 1° al 25 marzo, per la regia di Vittorio Rosa e le scene di Susanna Messina. Commedia raffinata, dalla comicità tipicamente inglese, mai sopra le righe, Sinceramente bugiardi si snoda lungo un intricato gioco di coppie, disposte in un immaginario chiasmo: Ginny è fidanzata con Greg, ma ha parecchie cose da nascondere, e ci riesce sempre peggio; Philip è sposato con Sheila, e anche lui ha parecchi scheletri nell'armadio. Ingenui ma non troppo, Greg e Sheila si orienteranno pian piano nel tortuoso labirinto di bugie dei rispettivi partner, preferendo alla fine far capire di sapere, ma di non voler indagare più a fondo.

Giochi di bugie, di telefonate che cadono nel nulla, pantofole maschili che compaiono sotto un letto e magari scompaiono da un'altra, lontanissima stanza di un cottage della campagna inglese; dialoghi in apparenza sconnessi nella loro polivalenza di significati, che svelano pian piano una raffinata ipocrisia che, a ben vedere, è la stessa che tutti usiamo giorno dopo giorno nei nostri rapporti interpersonali. Tutto il non detto che esiste in ogni rapporto, e in quello di coppia specialmente, emerge lentamente tra le risatine sottili, amare in fondo, tipiche del distaccato e ironico humour anglosassone.

Sul palcoscenico due coppie di attori, che in questo gioco continuo di rimando a segno si sono trovati assolutamente a proprio agio: disinvolta ma disarmata di fronte alla necessità di inventare panzane sempre più grosse, Debora Bernardi, nel ruolo di Ginny, ha prestato la sua mimica eccellente e la sua gestualità sempre misurata ma quanto mai espressiva alla giovane donna che cerca in ogni modo di tenersi il fidanzato e di liberarsi al contempo dell'amante vecchiotto, ma danaroso e influente. Irruento ma non troppo, Filippo Brazzaventre, Greg, passa pian piano dal registro realistico delle scenate di gelosia ai disarmanti tentativi di capire qualcosa di un imbroglio che sospetta ma del quale teme di comprendere le reali dimensioni. Il culmine della comicità viene però raggiunto all'irrompere in scena della coppia più anziana, impersonata rispettivamente da Sebastiano Tringali (Philip) e Alessandra Cacialli (Sheila), che sono riusciti perfettamente a rendere il climax di consapevolezza che emerge dai dialoghi, facendo ricorso a una mimica davvero eccezionale, a pause ben calibrate, a una recitazione volta a volta ironica, gelida, irruente, senza mai dimenticare ciò che costituisce l'autentico sale dell'umorismo inglese, quella sorta di bon ton ostentato, traducentesi ora in formale cortesia dietro la quale bisogna lasciar trasparire, coll'uso della voce, tutto il veleno possibile, ora nell'ironia perfida, dove tutto è invece affidato alla mimica.

Sebastiano Tringali e Alessandra Cacialli.

Le scene di Susanna Messina, essenziali ma curate sin nei minimi particolari, hanno ricostruito con estrema fedeltà l'appartamentino anni '60 da single di Ginny nella prima parte, tramutandosi poi, a vista dello spettatore, grazie a macchinisti ben integrati sulla scena, e con scorrimenti di pannelli e riutilizzo di parte dell'attrezzeria curata da Valeria Magistro, in un delizioso giardino inglese, dominato dal verde sin nel bellissimo caffettano delle Sorelle Rinaldi indossato dalla Cacialli, dove tutto sembrava evocare un'idilliaca pace, lentamente smentita ora dall'ammiccare di Philipp, ora dalla stupefazione di Sheila all'arrivo di Greg e poi dall'ancor più stupefatta Ginny, in un crescendo di doppi sensi e di ambiguità dove anche un solo errore da parte degli attori avrebbe alterato il delicato equilibrio tra detto e non detto che costituisce il principale fascino di questa comica ma mordace commedia, alla fine della quale l'ordine borghese si ristabilirà, ma solo a patto di accontentarsi delle apparenze.

Giuliana Cutore

4/3/2018