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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 

 

Beethoven Project

integrale delle 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven

Il genere musicale definito come Sonata era pervenuto, nel corso del 700, ad una sempre più precisa determinazione degli elementi che ne ordinavano la struttura, soprattutto ad opera di Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart. Ma sarà soprattutto con Ludwig van Beethoven che la struttura della Sonata aggiunge quel senso di individualità drammatica che si rivela in perfetto connubio con il definitivo concretarsi della sua forma, sgorgata alla sua origine dai sonatisti italiani, fra i quali vanno ricordati: Corelli, Scarlatti, Galluppi, Pasquini, ecc. Con Beethoven la Sonata si affermerà definitivamente con il suo schema strutturale tipico, schema che è praticamente lo stesso di quello della Sinfonia, del Quartetto per archi e delle più significative composizioni di musica da camera, cioè, quattro tempi, il primo in forma di tempo-sonata con la peculiare struttura bitematica tripartita, l'esposizione dei due temi principali, lo sviluppo e la ripresa. Il secondo movimento viene di solito costituito da un Adagio o da un Andante. Il terzo movimento è invece rappresentato da un Minuetto o dallo Scherzo. Infine l'ultimo movimento viene quasi sempre sviluppato o in forma di Rondò, oppure nella forma esemplare di tempo-sonata, come il primo. Il grande compositore di Bonn, pur accettando e attuando la forma sonata nella struttura consueta, vi inserì, come già accennato, profonde modifiche, la più significativa delle quali fu proprio l'introduzione dell'elemento drammatico, eminentemente individualistico ma che in qualche modo rivitalizza e infonde nuova vigore alla schematica struttura settecentesca.

La serie di concerti del Beethoven Project proposto dall'Associazione N.A.M.AE (Nova Academia Musica Aetnensis) che si avvale della direzione artistica del maestro Carmelo Pappalardo, prevede l'esecuzione integrale di quel monumento musicale che sono le 32 Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven. La realizzazione del progetto avverrà nel corso di un biennio e con tutta una serie di concerti che vedranno come protagonista unico il maestro Oliver Kern, pianista che vanta al suo attivo la vittoria di due prestigiosi concorsi pianistici internazionali quali “ARD di Monaco 1999” e “Beethoven” di Vienna del 2001. Ha anche insegnato pianoforte all'Università Hanyang di Seoul e alla Statliche Hochschule für Musik und Theater di Amburgo. Attualmente è professore di pianoforte alla Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Francoforte.

Nella serata inaugurale, che ha avuto luogo venerdì 10 giugno 2022 presso la Sala Verde del Piccolo Seminario di Trecastagni, il maestro Kern ha proposto al numeroso pubblico convenuto le tre sonate op. 2, dedicate a Franz Joseph Haydn, che per un breve periodo fu maestro del creatore dell'Eroica, pubblicate per la prima volta dall'editore Artaria nel 1796.

Kern ha brevemente e incisivamente introdotto la sua esibizione sottolineando come le tre prime sonate beethoveniane esibiscano certi “fuochi d'artificio”, certi “spunti drammatici” anche se poi si rivelano come composizioni essenzialmente ottimistiche. Il bravo esecutore ha subito evidenziato delle sonorità pulite, piene e pregnanti, dalle quali sempre emanava una certa carica di composta e sostenuta fierezza. Anche le sonorità più smaccatamente forti e tempestose venivano sempre presentate al pubblico in modo misurato, equilibrato e penetrante, mai in modo scompostamente aggressivo o irruente. Nei secondi movimenti delle tre sonate (Adagio, Largo appassionato e Adagio) il pianista tedesco metteva in campo la sua davvero rara e insolita musicalità, riuscendo a comunicare agli ascoltatori tutta la splendida cantabilità e dolcezza delle magnifiche pagine. Oliver Kern ha evidenziato anche un uso attento e misurato del pedale di risonanza, arrivando a dosarne le più piccole e lievi sfumature. La sua eccellente tecnica gli ha inoltre consentito un'elegante e sicura esecuzione dei vari abbellimenti, scale, arpeggi, ottave piene e spezzate, contenuti nelle sonate, così come finanche gli accordi venivano sempre porti all'uditorio in modo pregnante e significativo, mai “imprigionati” e “impacchettati”. Agli applausi entusiasti del pubblico convenuto il valente pianista ha risposto con una magistrale e suggestiva esecuzione di una trascrizione di Franz Liszt del Lied Widmung (Dedica) di Robert Schumann.

Giovanni Pasqualino

12/6/2022