Sonate per viola da gamba e clavicembalo
di Johann Sebastian Bach
Il grande Johann Sebastian Bach scrisse parecchie composizioni indicate sotto il nome di sonata, intesa ovviamente questa forma nella accezione che il periodo barocco dava alla parola, proprio come sonata da camera. Infatti egli compose sonate per vari strumenti: tre per flauto, sei per violino, tre per viola da gamba, tutte con accompagnamento di cembalo e poi anche un trio per flauto, violino e cembalo e un altro trio per violino, flauto e cembalo con accompagnamento dell'orchestra. Risulta evidente in tale genere l'influenza del gusto italiano proprio perché in Italia queste composizioni, designate genericamente come appunto musica da camera, erano ampiamente praticate. Inoltre la parte del clavicembalo consisteva in un basso numerato sul quale l'esecutore improvvisava liberamente. In tal senso la sonata bachiana non si discostò molto da quella italiana dei Legrenzi, Vitali, Corelli e Tartini. La sonate per viola da gamba e clavicembalo sono tre sonate catalogate BWV 1027-1029 (in sol maggiore la prima, in re maggiore la seconda e in sol minore la terza) sono sicuramente fra le più note ed eseguite composizioni di musica da camera per i due sopracitati strumenti. Tuttavia con il declino verso la fine del XVIII secolo di tale forma barocca e con l'evolversi della sonata verso la sua forma classica (che verrà codificata da Haydn e Mozart) tali composizioni vennero trascritte per altri strumenti, fra cui il violoncello, la viola e talora anche il contrabbasso, riuscendo ad aprirsi uno spazio nel repertorio moderno. Queste tre sonate sono di fatto opere contrappuntistiche a tre voci nelle quali i due strumenti, in particolare il clavicembalista con le sue due mani (due voci) e il violista (una voce) partecipano a creare l'intreccio fonico tridimensionale.
A proporre una moderna e integrale interpretazione delle tre sonate per viola da gamba e clavicembalo ci hanno pensato la violista danese Marie Stockmarr Becker e la clavicembalista italiana Ilaria Macedonio dando vita al CD J. S. Bach Sonatas for viola (da gamba) and harpsichord BWV 1027-1029 a cura di Channel Classics Records, che ha visto la luce proprio nel corrente anno 2021. Ricordiamo che le prime due sonate sono in quattro tempi mentre la terza si avvale di soli tre tempi. L'interpretazione delle due esperte concertiste si potrebbe definire tanto precisa, impeccabile e rifinita quanto accattivante ed entusiasmante nel mettere a nudo e rivelare, in un equilibrio fonico bilanciato e assolutamente equipollente fra i due strumenti, accresciuto anche da una lettura filologicamente corretta e circospetta, la multiforme e originale creatività polifonistica del grande di Eisenach. Marie Stockmarr Becker esegue su una viola del 1776 di Joseph Hill, mentre Ilaria Macedonio esegue su una copia del clavicembalo di Johann Heinrich Harras del 1770 realizzata da Joop Klinkhamer ad Amsterdam nel 1990.
Giovanni Pasqualino
15/12/2021
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