Parigi
Notevoli protagonisti ne La Sonnambula
Quest'opera di Bellini guadagna senz'altro nella versione di concerto, per il ciclo ‘Le grandi voci' al Théâtre des Champs-Elysées, quando ci si può concentrare sul valore della musica; il libretto di Romani, considerato l'originale, non è cattivo, ma la messinscena oscilla sempre più tra il ridicolo tradizionale e il ridicolo postmoderno.
Christopher Franklin è un maestro molto competente in questo repertorio benchè si osservi una tendenza all'enfasi, quasi cercasse di conferire ‘importanza' a ogni singolo pezzo senza badare al fatto che non si tratta qui di un soggetto tragico né solenne. L'orchestra da camera di Parigi, 43 strumentisti che facevano l'effetto di una sinfonica al completo, è eccellente così come il coro Les Cris de Paris, preciso nonché infuocato a ogni suo intervento, grazie al maestro preparatore, Geoffroy Jourdain.
Forse i due piccoli ruoli minori potevano venire affidati a cantanti più competenti (particolarmente terribile l'Alessio di Ugo Rabec), ma già la Teresa del mezzosoprano Rachel Kelly risultava apprezzabile, anche se c'è però molto da fare. Interessantissima la seconda donna (Lisa) del soprano leggero Jennifer Michel, forse di timbro poco personale ma la voce è ampia ed estesa, e tecnica e stile inappuntabili. Nicola Ulivieri migliorava molto rispetto al suo Rodolfo al Liceu di Barcellona un anno fa; magari adesso è solo l'espressività che fa un po' difetto, non il canto. John Osborn affascina come al solito in tutte le sue interpretazioni: Elvino memorabile, ancora di più perchè non sembrava particolarmente ‘in voce', o almeno non sempre lo si sentiva a suo agio: ecco dove si vede la classe superiore di un cantante che viene a capo del personaggio (non solo nell'aspetto tecnico, ma quali recitativi!) in modo superlativo. Sabine Devieilhe dopo una breve carriera è diventata la beniamina del pubblico parigino. A ragione: un liricoleggero di sicurezza fenomenale e un'estensione più che notevole (grave scarso, ma niente male e tipico del suo registro) più una facilità sbalorditiva per le messe di voce e per eseguire ogni tipo di ornamento e di agilità. L'italiano è chiarissimo e senza un'ombra. Come interprete si dovrà aspettare a vederla in un allestimento ma dal punto di vista squisitamente vocale non vedo proprio chi potrebbe oggi far meglio…
Jorge Binaghi
16/4/2016
La foto del servizio è di Jean-Philippe Raibaud.
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