Salvatore Margarone dedica un volume a
Richard Strauss
Per commemorare degnamente il 150° anniversario della nascita del compositore tedesco Richard Strauss, il catanese Salvatore Margarone, pianista, musicologo e valente organizzatore di importanti eventi musicali, ha pubblicato da qualche mese un interessantissimo volume che ne intende ricostruire la biografia e la produzione compositiva alla luce dei suoi rapporti col mondo intellettuale, culturale, artistico, sociale e politico a lui contemporaneo, non tralasciando, anzi definendo in modo quanto mai opportuno il suo difficilissimo ed intricato rapporto di odio-amore con il famigerato regime nazista: «…Nel 1933, quando A. Hitler giunse al potere, aderisce al nazismo divenendo presidente della Reichmusikkammer, nello stesso anno, in occasione dei giochi Olimpici di Berlino che si sarebbero svolti nel 1936 fu incaricato dal Reich alla composizione e alla direzione delle musiche per la cerimonia inaugurale dei futuri giochi. La sua collaborazione con in nazisti non durò a lungo, in quanto lasciò l'incarico nel 1935, entrando profondamente in crisi per il coro di polemiche scoppiato per la sua amicizia e collaborazione con lo scrittore ebreo Stefan Zweig: lo scrittore che alla morte di Hofmannsthal era divenuto suo collaboratore letterario e col quale aveva lavorato a Die schweigsame Frau, ma anche perché il figlio Franz si era imparentato con una famiglia ebrea. Il partito nazista non volle rotture clamorose, l'utilizzazione politica di Strauss fu troncata, il maestro uscì dalla vita della capitale e si ritirò nella sua villa di Garmish. Qui infatti lo colse la resa della Germania».
Tuttavia, fa notare acutamente Margarone, la collaborazione di Richard Strauss col regime hitleriano fu forse in buona parte riscattata dalla stima e dalla difesa che il compositore attuò nei confronti del collaboratore e amico Stefan Zweig, attestata e storicamente testimoniata fra l'altro da quest'ultimo in una sua lettera: «…Poche settimane più tardi fu emanato il rigido divieto per tutti i teatri tedeschi di rappresentare opere di non ariani, ed anche quelle di cui fosse stato collaboratore in qualunque forma un ebreo. La grande scomunica fu estesa anche ai morti e, con sdegno dei musicisti e del mondo intero, la statua di Mendelssohn venne allontanata dal Gewandhaus di Lipsia. Io ritenni che con quel divieto fosse conclusa la sorte della nostra opera, ritenni cioè naturale che Richard Strauss rinunciasse a completarla e si accingesse a cominciarne un'altra con altro libretto. Egli invece mi scrisse lettere su lettere per dirmi che ero pazzo, che al contrario io pensassi a preparare il testo della prossima opera, intanto che da parte sua orchestrava la prima. Non pensava affatto a subire imposizioni circa la nostra collaborazione ed io debbo dichiarare apertamente che nel corso di tutta la vicenda egli ha conservato verso di me tanta fedeltà, finché questa fu possibile da conservarsi».
Il magnifico volume redatto da Salvatore Margarone (che si è anche occupato della traduzione dal tedesco di lettere e documenti) intitolato Richard Strauss. Uomo e musicista del suo tempo, oltre ad offrire uno spaccato quanto mai nitido e appropriato della personalità e della psicologia del grande compositore bavarese, si presenta anche in una pregevolissima ed elegante veste tipografica curata dalla casa editrice musicale Eco di Monza. Il libro si avvale infine di un dettagliato, completo ed esaustivo elenco cronologico delle sue tante creazioni musicali e di una sintetica ma efficace prefazione della prof.ssa Letizia Spampinato.
Giovanni Pasqualino
10/12/2014
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