RECENSIONI
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direttore responsabile _ Giovanni Pasqualino_


 

 

 

 


 

Tosca al Cortile Platamone di Catania

per il Mythos Opera Festival

Tosca di Giacomo Puccini rimane una delle opere più celebri, celebrate e rappresentate di tutto il panorama operistico mondiale. Arene, teatri antichi, palcoscenici approntati con impalcature provvisorie, corti di palazzi storici presentano ogni anno Tosche, Aide, Bohème,Turandot e Carmen a più non posso con l'auspicio che la popolarità diventi compagna inseparabile e ineludibile del successo. Ma proprio tale consuetudine con siffatti capisaldi del melodramma, unita alla miriade di splendide registrazioni rimasteci da oltre mezzo secolo, ha affinato a tal punto il gusto visivo e uditivo del pubblico da richiedere prestazioni che qualora restassero sotto una certa soglia correrebbero seriamente il rischio di venire definite approssimative, superficiali, per non dire, in tutta sincerità, poco professionali.

La Tosca rappresentata venerdì 10 luglio all'interno del Cortile di Palazzo Platamone di Catania quale prima tappa del Mythos Opera Festival, il cui circuito raggiugerà anche altri siti come il Teatro Antico di Taormina, ha avuto purtroppo tutte le caratteristiche di vaghezza e indeterminazione alle quali abbiamo sopra accennato.

La regia tanto usuale quanto ordinaria e a tratti banale di Enrico Stinchelli non è riuscita a dare alcuno slancio né originalità all'azione drammaturgica che si evidenziava alquanto inerte, statica e soprattutto lontana da quel crescere di dinamismo emotivo che dovrebbe contrassegnare il travolgente melodramma pucciniano. La scenografia, specialmente nel primo atto, si avvaleva di quattro grandi colonne che sovraccaricavano inutilmente il già limitato spazio del palcoscenico e allo stesso modo nel secondo atto, la cui azione dovrebbe svolgersi nello studio di Scarpia, lo spazio angusto limitava alquanto i movimenti dei protagonisti.

Il tenore Roberto Cresca nella parte di Cavaradossi ha tentato di destreggiarsi al meglio, tuttavia le sue limitate capacità vocali non gli hanno permesso un'adesione consona al ruolo interpretato. Lo studio non approfondito della psicologia del personaggio, la mancanza di smalto negli acuti, la difficoltà nel fraseggio, l'incertezza e l'insicurezza nell'intonazione di alcuni passaggi, hanno impedito il suo decollo nella vocalità talvolta salda ed eroica, talaltra tenera e nostalgica che richiede l'arduo ruolo.

Il soprano Emma Mc Dermott come Floria Tosca, pur possedendo buone doti di potenza e conduzione del suono, stentava anche lei a entrare nel ruolo evidenziando una dizione non sempre chiara e comprensibile e una tecnica vocale dalla quale erano assenti morbidezze, mezze voci e una dinamica policroma e variegata. Ha prevalso invece una conduzione fonica monotona e monocorde attestata sul forte e sul fortissimo.

Alberto Mastromarino (Scarpia) si è rivelato un baritono elegante e disinvolto, dalla timbratura morbida e vellutata. Ha anche esibito una dizione chiara, netta e pulita, unita a un'alta capacità di conduzione del suono e a un fraseggio attento, scrupoloso e molto diligente. Anche da un punto di vista mimico e scenico è riuscito a rendere appieno tutta la nequizia e la malvagità del personaggio.

Salvatore Vitiello (Spoletta) ci è parsa una figura di sbirro troppo affabile, raffinata e sopra le righe mentre più in ruolo e vocalmente più efficaci si manifestavano Adolfo Corrado (Angelotti), Michela Muzio (Pastorello) e Giuseppe Gloria (Sciarrone-carceriere). Il sempre efficace ed efficiente Coro Lirico Siciliano, preparato e diretto con competenza dal maestro Francesco Costa ha svolto come di consueto il suo compito in modo ineccepibile e impeccabile.

L'Orchestra Sinfonica della Calabria è stata diretta con un certo slancio da Hobart Earle, anche se talvolta qualche attacco è risultato poco preciso e non sempre la sua conduzione si manifestava equilibrata, sovrastando in qualche punto le voci dei cantanti. Anche la pagina del Te Deum Laudamus che conclude il 1° atto appariva a un ascolto attento alquanto confusa e lontana da quel nitore e da quella ieraticità che dovrebbe esprimere. Il pubblico che affollava il cortile Platamone ha tributato applausi a tutti i partecipanti.

Giovanni Pasqualino

11/8/2018