Toscanini, dispute, rivoluzioni, vittorie di Adriano Bassi
Fra le ultime pubblicazioni di Adriano Bassi bisogna annoverare il volume Toscanini, dispute, rivoluzioni, vittorie a cura della Casa Musicale Eco di Monza. Il preparato e valente critico musicale e musicologo milanese traccia all'inizio del libro dedicato al grande direttore d'orchestra parmense una circostanziata sua biografia, mettendo subito in evidenza l'aspetto serio, autorevole, dignitoso e libertario del suo carattere. Una delle prime manifestazioni di tale sua forte tempra fu l'episodio avvenuto al Teatro Comunale di Bologna, in occasione di un concerto commemorativo in onore di Giuseppe Martucci che si sarebbe dovuto svolgere il 14 maggio 1931. Proprio quella sera Toscanini si era rifiutato, e non era certo la prima volta, di eseguire l'inno del Partito Fascista Giovinezza, Giovinezza, e in quell'occasione un gruppo di fascisti arrabbiati per il suo fermo diniego spintonarono e schiaffeggiarono il maestro. Sembra che fosse intervenuto perfino il compositore Ottorino Respighi, il quale si recò a parlare con il Federale felsineo cercando di risolvere bonariamente l'incidente, ma la risposta del gerarca fu quella di intimare allo stesso Toscanini di lasciare subito la città. La fierezza e la dignità dell'uomo e dell'artista si manifestò ancora alla fine del 1949, quando il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi lo nominò senatore a vita ed egli declinò gentilmente la nomina scrivendo: «È un vecchio artista italiano turbatissimo dal Suo inaspettato telegramma, che si rivolge a Lei e La prego di comprendere come questa annunciata nomina a senatore a vita sia in profondo contrasto con il suo sentire e come egli sia costretto, con grande rammarico, a rifiutare questo onore. Schivo da ogni accaparramento di onorificenze, titoli accademici, decorazioni, desideroso di finire la mia esistenza nella stessa semplicità in cui l'ho sempre percorsa, grato e lieto della riconoscenza espressami a nome del mio Paese, pronto a servirlo ancora qualunque sia l'evenienza, La prego non volere interpretare questo mio desiderio come atto scortese e superbo, bensì nello spirito di semplicità e modestia che lo ispira. Accolga il mio deferente saluto e rispettoso omaggio. Arturo Toscanini».
Il secondo capitolo del saggio si occupa delle composizioni giovanili del maestro e del suo stile direttoriale, annotando in proposito: «Con Toscanini nacque la figura del direttore moderno, scevro da inutili barocchismi, teso al gesto essenziale e puro; nella seconda metà dell'Ottocento ciò si verifica con evidenti traumi e scossoni alla tradizione creati dal terremoto che il Maestro aveva coraggiosamente creato».
Bassi riguardo allo stile toscaniniano annota più avanti con acume: «Un'altra cosa importantissima da ricordare è che Toscanini esigeva un suono dolce dall'orchestra: – Voi dovete suonar dolce, anche se fortissimo – diceva – non è assolutamente necessario suonar aspro, perché c'è scritto ‘fortissimo'! E quando suonate piano dovete ben guardarvi dal suono in falsetto che è il più odioso dei suoni, specialmente per gli archi, perché è vuoto e senza vibrazioni; perciò dovete suonare pianissimo tre volte, dieci volte ‘pianissimo' ma non voglio il falsetto.»
Poi l'autore cerca di analizzare il rapporto di Toscanini con la nuova conquista tecnologica della registrazione e seguono anche le relazioni umane e artistiche che il grande direttore d'orchestra ebbe con Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Pietro Mascagni, Ottorino Respighi, Giuseppe Martucci e Ferruccio Busoni.
Il capitolo “Dicono di lui” riporta una vasta messe di giudizi di suoi colleghi, cantanti, critici musicali, musicologi, giornalisti, scrittori, che gli dedicarono annotazioni, elaborati e saggi, da Eugenio Montale a Stephan Zweig, da Dino Buzzati a Giacomo Lauri Volpi, da Elsa Respighi a Gianadrea Gavazzeni, da Fedele d'Amico a Herbert von Karajan, da Ugo Ojetti a Marcello Abbado, da Bruno Bettinelli ad Arturo Sacchetti, da Giorgio Gaslini a Luciano Chailly, da Marcella Pobbe a Piero Santi, da Giampiero Tintori a Luigi Bellingardi, da Albert Einstein a Massimo Bacci. Il volume è completato da parecchi aneddoti e curiosità riguardanti il maestro e da alcune sue scultoree frasi e definizioni riguardanti la musica, l'interpretazione musicale, la direzione d'orchestra. Chiude il saggio una bibliografia essenziale a cura di Beatrice Bassi.
Un volume agile, scattante, di facile consultazione, scritto in modo semplice, spedito e comunicativo che può essere gradito sia a studiosi e specialisti di musica, sia a semplici curiosi e ammiratori dell'arte del grande Arturo Toscanini.
Giovanni Pasqualino
10/3/2018
|